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Educazione e addestramento: non facciamo confusione!

“Ho appena preso un cucciolo che mi sta facendo ammattire: distrugge tutto, sporca in casa, tira al guinzaglio, non ubbidisce … lo vorrei addestrare” (lettera o telefonata-tipo del neo proprietario-tipo).
Addestrare? Ma no!
Quella che serve nel caso-tipo presentato in questa richiesta-tipo non è un addestramento, ma la semplice “educazione” del cucciolo. L’addestramento è tutta un’ altra cosa.
“E’ vietato qualsiasi addestramento all’aggressività” (si può leggere su varie ordinanze italiane)
Mission impossible!
Parlare di “addestramento all’aggressività” è come dire “addestramento alla felicità”, o “addestramento ad essere biondi e con gli occhi azzurri”.
L’aggressività è una dote caratteriale (sì, “dote”, perché senza aggressività nessun animale potrebbe mai sopravvivere, uomo compreso) presente nel corredo genetico, che non si può creare né “allenare” in alcun modo. O c’è, o non c’è.
Si può ottenere stimolare, accrescere, diminuire o semplicemente controllare la “mordacità” di un cane: ma non certo l’aggressività, perché quella è determinata esclusivamente dal suo DNA.
Fenix Bright Northern Star's at 7th months
“Il mio cane è addestrato alla guardia” (frase tipica dell’orgoglioso proprietario di cane che abbaia a tutti quelli che passano)
Altra frase inesatta: la territorialità (nel maschio) o l’istinto di difesa della cucciolata (nella femmina) non si insegnano: come l’aggressività, o ci sono o non ci sono. Si può addestrare un cane a reagire in modo diverso a stimoli diversi, ma se lui non è interessato a fare la guardia a un certo territorio (o a una persona, o a un oggetto) non lo si potrà mai “addestrare” a questo scopo.
Questi sono soltanto alcuni esempi di come il pubblico fraintenda facilmente il termine “addestramento”, che etimologicamente significa “rendere destro”, “rendere abile”; ovvero migliorare, attraverso determinati insegnamenti e un buon rapporto con l’uomo, doti innate in una razza (o in un singolo soggetto) per adattarle a un uso sportivo o utilitaristico.
Al contrario, l’insieme degli insegnamenti e delle regole che si impartiscono a un cucciolo per plasmarne i lati “accessibili” del carattere (ovvero quelli che non sono legati esclusivamente alla genetica), o per indurre certe abitudini, o per fargli seguire regole di comportamento bene accette nella società umana, si chiama “educazione”.
Addestrare un cane non è indispensabile per vivere serenamente con lui: educarlo sì.
L’addestramento può iniziare soltanto quando il cane ha raggiunto una certa maturazione psicofisica, mentre l’educazione prima comincia e meglio è.
L’età ideale è dai due ai tre mesi, più o meno il periodo in cui lo portiamo a casa e lui deve passare da una vita per lui “naturale” nella sua famiglia canina all’adattamento a una società che non conosce, che non è la sua, che ha regole del tutto sconosciute e misteriose.

Sviluppo psichico del cane


I periodi, che verranno descritti, sono importanti perchè rappresentano le fasi, durante le quali i cani sembrano essere particolarmente sensibili e predisposti verso particolari forme di comportamento. Un trattamento sbagliato, durante questi periodi, spesso può essere la causa dell'insorgere di problemi comportamentali.
Stadio prenatale: poiché in questo stadio il sistema nervoso è ancora immaturo, i movimenti che i cuccioli compiono nel ventre materno, possono riferirsi a riflessi innati come il posizionamento finalizzato alla nascita.
Stadio neonatale: dalla nascita al 14° giorno di vita.Gli occhi sono ancora chiusi. Il comportamento innato più sviluppato è mirato alla ricerca del capezzolo al fine di alimentarsi. Sebbene i cuccioli abbiano le orecchie chiuse, guaiscono sonoramente quando hanno fame o freddo. Si tratta di segnali di stimolazione degli atti di cura materni (meccanismi scatenanti sociali).
Stadio di transizione: dal 14° al 21° giorno di vita.
I cuccioli aprono gli occhi ed hanno una debole capacità visiva. Verso la fine del periodo, in presenza di rumori forti, si possono notare sobbalzi come reazione ad uno spavento.
Stadio primo di socializzazione: dal 22° al 35° giorno di vita. 
E' paragonabile al periodo in cui un bambino gattona ed esplora, in questo stadio il cucciolo è sensibile all'imprinting. La madre si allontana spesso dalla tana, dando l'opportunità al cucciolo di vedersela con i fratelli, mettendo così le basi per una futura organizzazione del branco. Nascono i primi tentativi di orientamento ottico e acustico e si manifesta l'istinto di fuga in presenza di estranei sconosciuti.
SimoneG&GDeBeauvoire & Fenix Bright Northern Star's
Stadio di socializzazione: dalla 5°-6° settimana alla 10° fino alla 12°-13°.Compaiono le prime risposte condizionate stabili riferite alle abitudini ed alla capacità di adattamento alle varie situazioni. I cuccioli imparano a sporcare in luoghi in cui compaiono i loro segnali odorosi quindi, questo è il periodo ideale per avviare una buona educazione all'igiene personale. Fuga e attacco, zuffa per la conquista della preda e simili giochi, sono utili per una buona salute psichica ed un comportamento sociale del tutto normale. Vengono avviate le prime lotte per determinazione e l'affermazione della propria posizione sociale, anche nei confronti di componenti umani del branco. La predisposizione a mordere, tipica di questa fase, va repressa al fine di evitare un futuro soggetto mordace. Tendenze ereditarie indesiderate ( aggressività , paura eccessiva) andrebbero corrette in questa fase. L'uomo deve sostituirsi alla madre nell'educazione, mantenendo un comportamento materno ma, nel contempo, autoritario ed intransigente.
Separazione dalla madre (consigliata): tra la 7° e la 10° settimana di vita
Stadio primo della giovinezza ( prepubertà ): tra la 13° settimana fino al 4° mese.E' paragonabile al periodo dell'asilo infantile dei bambini. Possono avvenire manifestazioni di monta con qualche erezione nei maschi. Le esperienze più diverse nel contatto con l'ambiente, in senso stretto e lato, sono fino alla tredicesima settimana, di significato indelebile ( impronta della paura ). Questo è il periodo per intraprendere un programma educativo graduale e costante e riguarderà: la pulizia, la sottomissione, la museruola, il collare, il guinzaglio, la cuccia, gli orari, l'isolamento e tutto ciò che è necessario al fine di avere una felice convivenza con la famiglia. Il gioco, non forzato, è essenziale per una buona crescita psicofisica e mette a disposizione molte opportunità per insegnare al cucciolo le buone maniere e il giusto comportamento nella società degli umani. Il giusto inserimento nel branco, pone le basi per evitare malintesi futuri.

Preghiera della montagna

N.B.: Non dimenticate di disattivare il player musicale nella barra a destra. Buona Visione!

Displasia dell'anca. Conoscerla!

Oggi con il termine Displasia dell'anca si indica una patologia a carico della zona coxofemorale del cane molto complessa sotto molto punti di vista.
A causa di tale complessità spesso e volentieri, vuoi per ignoranza vera, vuoi per scarsa informazione, vuoi per semplice comodo e/o vantaggio economico, vengono create delle vere e proprie mitologie sull'argomento con fondamento scientifico pari a zero e di alta gravità morale.
Vediamo un po' di cosa si tratta realmente e di sfatare qualche mito nella maniera più chiara possibile.

DISPLASIA DELL'ANCA NEL CANE E PATOLOGIE ASSOCIATE

In patologia generale si identifica ogni malattia specifica con 4 caratteri fondamentali :
Eziologia : ovvero la CAUSA (esempio: nella polmonite l'agente eziologico è il virus dell'influenza)
Patogenesi : ovvero i meccanismi biologici di evoluzione ( seguendo l’esempio: il processo infiammatorio polmonare)
Modificazioni morfologiche : ovvero alterazioni strutturali a carico di tessuti e organi (esempio: la tumefazione polmonare)
Importanza clinica : ovvero conseguenze macroscopiche che si ripercuotono sulla vita dell'individuo ( esempio: difficoltà respiratoria)
Vediamo di evidenziare tali caratteri nella displasia dell'anca:
Eziologia. La causa prima di questa complessa patologia altamente invalidante del cane è come dice la parola stessa una displasia ovvero una MALFORMAZIONE dell'anca del cane.
Tale malformazione è in genere a carico delle ossa che compongono l'articolazione:
ACETABOLO (cavità coxale) e TESTA FEMORALE che in soggetti sani sono perfettamente incastrate l'una nell'altra e permettono la perfetta funzionalità dell'articolazione.
Non c'è una regola circa l'anatomia della malformazione: si possono avere teste femorali deformate o acetaboli larghi o poco profondi o entrambi.
Tali malformazioni sono di origine genetica : esiste un gene (nel caso della displasia più di uno: si parla di poligenia) che determina la formazione anomala della struttura ossea dell'anca durante lo sviluppo dello scheletro.
Questo gruppo poligenico non è di natura mutante né conseguenza di un danneggiamento pre o post concepimento ma è regolarmente trasmesso dai genitori alla prole.
La malattia perciò è definibile come GENETICA EREDITARIA.
La displasia può essere mono o bilaterale ed è classificata in gradi: dalla B (lieve) alla D ( media/grave). Esistono anche la A o grado zero ( displasia assente anca normale) e la E che individua casi molto gravi di sublussazione in cui in genere si hanno ormai delle malformazioni successive causate dall'artrite: le anche sono devastate dai processi infiammatori che si instaurano a causa della malformazione.

Barf ed alimentazione del cane.

Fenix at 6th months & Simone at 18th months

La motivazione

Avvicinandovi al mondo dell’educazione o dell’addestramento cinofilo, spesso avrete sentito nominare la parola MOTIVAZIONI.
Bene, le motivazioni sono la chiave di volta per poterci relazionare con un cane ma soprattutto il mezzo migliore per esaltarne le sue attitudini e di conseguenza regalargli una qualità di vita ottimale.
Le motivazioni rappresentano degli stati mentali in grado di orientarsi nell’ambiente in cui vive o più semplicemente ci danno un indicazione di cosa il cane cerchi nel mondo, momenti e situazioni che regalano felicità e proattività nel momento in cui riesce a soddisfarle, frustrazioni invece se gli vengono inibite.
La relazione si costruisce anche sulla base di quanto noi riusciamo a motivare un cane e ad assecondare queste in modo da gratificare e rendere felice il nostro compagno.
Se ci pensiamo lo stesso meccanismo trova riscontro in ambito umano, ogni soggetto ha degli interessi e delle attitudini e si sente realizzato nel momento in cui riesce a metterle in pratica e a sfruttarle. Quante volte avrete sentito i vostri amici lamentarsi di aver studiato per una vita determinati argomenti e di essere frustrati per il fatto di fare un lavoro che centra poco o nulla con le proprie ambizioni e che non valorizza le loro abilità ed aspirazioni?
Fenix Bright Northern Star's at 6th months
Ecco questo è quello che succede ai cani se non capiamo e non individuiamo le loro motivazioni, per questo è bene tenere presente che le motivazioni sono un retaggio del processo filogenetico, quindi ne consegue che ogni cane, ogni razza avrà delle motivazioni differenti, ad esempio se decidiamo di optare per un Border Collie sarà maggiormente presente in lui la motivazione predatoria, se optiamo per un Beagle sarà maggiormente presente la motivazione al fiuto così come saremo messi di fronte ad un alta motivazione difensiva se optiamo per un Rottweiler e così via.
Quindi teniamo sempre presente che se scegliamo di adottare un cane di razza saremo messi di fronte non solo a determinati canoni estetici e comportamentali, ma avremmo bisogno di motivare il cane anche secondo le sue caratteristiche soprattutto se vogliamo educarlo o addestrarlo.
La motivazione possiamo dire che contribuiscono a dare l’idea che ogni specie abbia una prospettiva del mondo e che persegua una specifica finalità, ed è nostro compito capirle ed assecondarle in modo da instaurare un rapporto e una relazione positiva e costruttiva che ci permetta di avere un cane motivato e pronto in ogni momento ad ascoltarci ed essere collaborativo perchè si sente gratificato e non perché è obbligato o semplicemente condizionato. Se siamo in grado di metterlo in questa condizione sarà lui a cercarci e chiederci interazione in quanto avremmo fatto breccia nelle sue motivazioni e nel suo cuore e ai suoi occhi saremo una perfetta guida e fonte d’ispirazione.

Traversata delle seimiglia 2011

La Traversata delle colline nelle Sei Miglia si racchiude nel puro spirito di unione e amicizia per il Dog Trekking, la natura e gli animali.  Il Dog Trekking consiste nel formare un team, nel legare fisicamente cane e padrone, tramite un`...imbragatura, una cintura e una corda. Usato in modo efficace per allenare il cane al traino di un peso, utile per chi, d`inverno, pratica lo Sleddog (il traino della slitta con i cani).
Le colline della Versilia sono un luogo ideale per gli amanti della natura, queste custodiscono paesaggi altrove persi, di quelli dove l`ambiente urbano, la flora e la fauna convivono ancora senza troppi drammi. Quando, inoltre, c’é con te l`amico giusto,e (il compagno a quattro zampe) l`esperienza può dirsi davvero indimenticabile. Inoltre non và dimenticato lo spirito che unisce persone provenienti da tutta Italia nel traversare le colline delle Sei Miglia in un modo un po’ originale. Gli abitanti dei borghi e dei paesi interessati dal nostro passaggio rimangono molto incuriositi nel vedere il folto gruppo di persone che di anno in anno cresce,senza che siano spinti da competizione ma gioiosi nel condividere paesaggi e cultura della terra Versiliese. Forte rimane la determinazione che il Wandi Ista Team impiega nel rendere possibile l’inserimento ad ogni nuova persona, in un gruppo che condividerà per due giorni emozioni e fatiche, immersi nel verde delle colline,cercando di coinvolgerli tutti nell’amore verso la propria terra e chi la vive più da vicino.

LA COMUNICAZIONE

Generalmente si è portati a pensare che il modo migliore per comunicare con il cane sia il linguaggio verbale, ma non è così. Per il cane il canale più importante è il non verbale, il corporeo, i gesti e la posizione del corpo nello spazio, perfino la sola direzione dello sguardo.
Attraverso una corretta comunicazione corporea si trasmette al cane sicurezza favorendo il proprio accreditamento, serenità, calma e autocontrollo, precisione nelle richieste e negli ingaggi.
I gesti rappresentano le parole e dovrebbero essere utilizzati per indicare (es.”vai a prendere la pallina”), per chiedere (es.”mettiti seduto”), per ingaggiare (es.”dai giochiamo”), per sollecitare un’iniziativa (es.”prova a risolvere questo problema”).
Importante è anche la cinetica del corpo, cioè il movimento del corpo: è importante perché un corpo in movimento può impaurire, assecondare, farsi seguire, focalizzare. Con un cane sono importanti la velocità, la decelerazione in avvicinamento, la traiettoria di approccio, la coerenza e la fluidità.
-Fenix Bright Northern Star's at 6th months-
Ma vediamo come i cani comunicano tra loro per renderci meglio conto dell’importanza delle informazioni appena descritte.
La comunicazione nel cane può essere olfattiva e paraolfattiva, visiva, acustica e tattile.
I cani hanno una sensibilità tattile particolarmente sviluppata e percepiscono vari tipi di contatti:
Contatti rassicuranti come appoggiarsi, strusciarsi sulle gambe, dare colpetti muso contro muso .
Contatti di dominanza come poggiare il muso o una zampa sulle scapole o sul proprietario o montare .
Contatti di sottomissione come leccare la bocca, strusciarsi con le orecchie abbassate contro il fianco del partner .
Contatti nel gioco come morsi e spinte .
Anche le persone comunicano con i cani tramite il contatto ed è opportuno tener presente che ogni tipo di manipolazione ha un proprio significato come ad esempio carezze lente a mano aperta lungo il fianco trasmettono calma mentre pacche energiche hanno l’effetto opposto favorendo una maggiore attivazione ed eccitamento. E’ importante tenere presente questi fattori anche durante l’educazione del cane poiché ad esempio carezze vigorose, pacche sulla testa piuttosto che abbracci, potrebbero non avere il significato di premio che noi intendiamo comunicare bensì un’occasione per perdere la concentrazione e ottenere risultati inferiori alle possibilità.
Per quanto riguarda gli odori è bene dire che i cani vivono in un mondo di odori, l’olfatto è il loro senso più sviluppato. Attraverso gli odori sono in grado di ricavare diverse informazioni su chi lo ha lasciato e per loro l’attività di fiuto è molto gratificante e ad esempio, può essere utile per auto calmarsi o scaricare lo stress accumulato.
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