Quella che serve nel caso-tipo presentato in questa richiesta-tipo non è un addestramento, ma la semplice “educazione” del cucciolo. L’addestramento è tutta un’ altra cosa.
Mission impossible!
Parlare di “addestramento all’aggressività” è come dire “addestramento alla felicità”, o “addestramento ad essere biondi e con gli occhi azzurri”.
L’aggressività è una dote caratteriale (sì, “dote”, perché senza aggressività nessun animale potrebbe mai sopravvivere, uomo compreso) presente nel corredo genetico, che non si può creare né “allenare” in alcun modo. O c’è, o non c’è.
Si può ottenere stimolare, accrescere, diminuire o semplicemente controllare la “mordacità” di un cane: ma non certo l’aggressività, perché quella è determinata esclusivamente dal suo DNA.
| Fenix Bright Northern Star's at 7th months |
Altra frase inesatta: la territorialità (nel maschio) o l’istinto di difesa della cucciolata (nella femmina) non si insegnano: come l’aggressività, o ci sono o non ci sono. Si può addestrare un cane a reagire in modo diverso a stimoli diversi, ma se lui non è interessato a fare la guardia a un certo territorio (o a una persona, o a un oggetto) non lo si potrà mai “addestrare” a questo scopo.
Al contrario, l’insieme degli insegnamenti e delle regole che si impartiscono a un cucciolo per plasmarne i lati “accessibili” del carattere (ovvero quelli che non sono legati esclusivamente alla genetica), o per indurre certe abitudini, o per fargli seguire regole di comportamento bene accette nella società umana, si chiama “educazione”.
L’addestramento può iniziare soltanto quando il cane ha raggiunto una certa maturazione psicofisica, mentre l’educazione prima comincia e meglio è.
L’età ideale è dai due ai tre mesi, più o meno il periodo in cui lo portiamo a casa e lui deve passare da una vita per lui “naturale” nella sua famiglia canina all’adattamento a una società che non conosce, che non è la sua, che ha regole del tutto sconosciute e misteriose.

















