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Perché il cane del Nord cammina sui suoi passi

Dal 1° gennaio 2009, con l’entrata in vigore del Nuovo regolamento delle Esposizioni , armonizzandosi con quanto previsto dalla FCI , l’ENCI ha inserito che : “E’ stata disposta l’apertura della classe lavoro per le razze Samoiedo, Siberian Husky, Groenlandese ed Alaskan Malamute ed il CACIB potrà essere rilasciato anche ai soggetti in tale classe. I soggetti potranno accedere alla classe lavoro, a seguito del superamento di una appropriata prova. Il titolo di Campione internazionale di bellezza può essere ottenuto unicamente con 4 CACIB”. Tale regolamento si applica a tutti i Paesi membri a condizione che il kennel club nazionale del Paese nel quale il cane è iscritto al Libro genealogico, abbia rilasciato un regolare certificato FCI per accedere alla classe lavoro. Tali razze non possono ambire al titolo di Campione Internazionale di Lavoro. La regola è entrata in vigore dal 1° gennaio 2006. Le procedure per la proclamazione a Campione Italiano di bellezza rimangono invariate in quanto trattasi di razze non sono sottoposte a prova di lavoro”. E’ evidente che il nostro Paese non prevede un regolare certificato FCI per accedere alla classe lavoro, non essendo codeste razze rientranti fra quelle che ne richiedono l’ effettuazione , ma in virtù di questa normativa è necessario cominciare a valutare le caratteristiche morfo-funzionali di ciascuna delle razze suindicate al fine di valutare al meglio il tipo di lavoro a cui le stesse sono state destinate da chi le ha selezionate, questo al fine di armonizzarsi con i Paesi FCI che già prevedono la prova di lavoro (es. Francia e Germania), in questi Paesi è ormai da anni necessario effettuare prove di lavoro per il conseguimento del titolo di Campione Nazionale. Non mi soffermerò sulle caratteristiche della testa che comunque hanno la propria funzione al lavoro ( es. occhi in posizione obliqua e a mandorla al fine di evitare che il ghiaccio entri negli occhi durante il traino) , ma vorrei soffermarmi soprattutto sulla costruzione e cercare di analizzare quale potrebbe essere una prova di lavoro atta a stabilire se un determinato soggetto può o non può ambire all’ottenimento di un certificato di lavoro, precisando che queste rimangono considerazioni personali supportate da valutazioni morfologiche. Il Samoiedo, il cui nome deriva dalla tribù del Nord della Russia che utilizzava questi cani per la conduzione delle renne e per trainare le slitte è un cane il cui standard descrive una costruzione leggermente rettangolare, appena fuori dal quadrato, questo consente al soggetto una trasmissione dell’impulso al movimento efficace, il suo posteriore deve essere solido al fine di spostare il carico al traino e soprattutto, e questo vale per tutti i cani da slitta, la muscolatura deve essere tonica ed elastica, da qui è ben evidente che un cane deve dimostrare di poter sostenere un lavoro estenuante senza sforzo apparente. Il Siberian Husky è invece il maratoneta dei cani da slitta, il suo standard dice che deve trainare carichi leggeri per lunghe distanze a velocità moderata. Per questa razza la costruzione prevede una lunghezza del tronco maggiore di circa 1/10 dell’altezza al garrese e questo conferisce ad un Siberian Husky la possibilità di bilanciare le forze del movimento in modo che lo stesso venga effettuato senza “spreco”. Quindi cosa va valutato in Siberian Husky, qual è la prova che può essere più congeniale? Sicuramente uno degli elementi che deve necessariamente avere un Siberian è la resistenza, deve essere in grado di trainare per “lunghe distanze” apparentemente senza sforzo. In natura c’è un solo animale che è in grado di percorrere lunghe distanze con un dispendio di energia minima: “il lupo”, ad esso dobbiamo quindi necessariamente rifarci per capire qual è la costruzione ideale che consente una maggiore resistenza. Il Groenlandese il cui nome deriva dal paese d’origine, è un cane dal corpo robusto e muscoloso, gli arti anteriori sono diritti e forti, quelli posteriori leggermente inclinati. Per queste tre razze potrebbe sicuramente essere applicata una prova che consenta la valutazione della resistenza e della attitudine dei soggetti al traino, questo potrebbe essere effettuato inserendo il cane, previo allenamento, in una muta di almeno 4 soggetti e far eseguire un percorso medio-lungo, questo consentirebbe di valutare la resistenza del soggetto e se la sua costruzione è in grado di essere efficace al fine del traino. Infatti l’unica andatura che consentirebbe ad un soggetto il lavoro previsto dallo standard è il trotto accelerato, è evidente che i cani nei primi km tenderanno per euforia e voglia di correre ad utilizzare il Galoppo, questa andatura non è di resistenza ma di velocità, questo non consentirebbe una valutazione appropriata al lavoro per cui sono stati selezionati, in seguito, dopo l’euforia i soggetti tenderanno a tenere un’andatura atta a porre in atto il risparmio di energia ed è qui che entra in campo la valutazione per la prova di lavoro, si potrebbe analizzare la velocità, i km percorsi ed il dislivello del terreno, in modo da ponderare il punteggio tenendo conto anche dello sforzo effettuato, d’altronde, consentitemi il paragone forse un po’ estremo, il Giro d’Italia non lo vince il velocista, lo vince chi impiega meno tempo nelle salite, nelle pianure e nelle discese . Discorso a parte va invece fatto per l’Alaskan Malamute il cui standard prevede il traino di carichi pesanti la sua costruzione è infatti più possente, una mole tale da consentire un traino di carichi di peso maggiore; negli Stati Uniti per gli Alaskan Malamute vengono effettuate delle prove con pesi, ritengo questa prova un pochino riduttiva per la razza, l’Alaskan Malamute è un cane di potenza la cui destinazione è quella di un cane per il traino dei carichi pesanti, pertanto il lavoro a cui lo stesso è destinato è diverso rispetto a quello delle razze precedenti, il Malamute deve dare immediatamente la sensazione di un cane di sostanza capace di: “ancorarsi al terreno” per vincere l’attrito del traino da spostare, questo è evidente quando, guardando un buon Alaskan Malamute nel movimento la sua spinta del posteriore che da l’impulso al movimento dona all’animale un’andatura solida, forte ma allo stesso tempo elegante. Caratteristica che accomuna le andature di tutte queste razze è il cosiddetto: “single track”, l’animale nel trotto porta gli arti sotto di sé in modo che l’orma dell’anteriore sia coperta da quella del posteriore.
-INC luglio/agosto 2009- L’andatura di Samoiedo, Husky e Groenlandese (...)… diffidate da un cane slitta che si muove con il collo portato alto… esso nasconde spesso un avambraccio corto che non consente l’estensione dell’arto per far presa sul terreno, al trotto il collo deve essere portato in linea con la dorsale, così come la coda deve formare una linea di continuazione della stessa. Concludendo, non so se arriveremo mai ad una vera e propria prova di lavoro, ma a coloro che se ne devono occupare chiedo coscienza e rispetto per quello che queste razze rappresentano, spero che tutti cerchino, senza personalismi, di valorizzarle per quello che è il lavoro per cui sono state selezionate, senza trasformarle in sprinter o bambolotti da pettinare su un tavolo da toelettatura.
Maria Grazia Miglietta

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