Questo inizio d’anno 2011 è per tutti noi amanti della razza Alaskan Malamute un periodo di impegni, divisi tra le manifestazioni organizzate dal Se.r.a.m. prima e dal Malamute Friend’s poi. Manifestazioni accolte con il plauso di tantissimi, con vasta partecipazione da parte del popolo “malamute”. L’entusiasmo che gli organizzatori nei vari eventi sanno trasmettere a tutti i partecipanti, l’impegno da loro dedicato, l’armonia e la partecipazione che si respira in ciascun evento mi hanno portato a delle osservazioni. Non credo esistano in campo cinofilo amanti di altre razze capaci di muovere semplici proprietari di “cani” da un capo all’altro dell’Italia: le associazioni di altre razze riescono a catalizzare intorno a loro allevatori e/o espositori ma ben pochi privati disposti a viaggiare con il loro compagno a 4 zampe per poter condividere “semplicemente” una giornata tra pari!! …e dunque mi chiedo: possiamo ignorare questo potenziale? Credo di no!!! Non è dunque possibile mettere insieme le forze, sfruttare a pieno le potenzialità del Se.r.a.m. e del Malamute Friend’s per avere un Club di razza? che non sia la Sezione di un generico club di razze nordiche e/o la semplice associazione di una razza canina? …molti si chiederanno: dov’è la differenza?...
Certo sognare un Club di razza è forse un sogno azzardato ma è indubbio che una Sezione di razza o Club forte di una larga base potrebbe significare riuscire ad avere una calendarizzazione annua degli eventi, ma anche diversità di eventi: per aree geografiche e/o a carattere unitario Nazionale, organizzazione di eventi per gruppi di lavoro (es.: dog-trekking, skyjoring, sleddog, corsi, raduni, gruppi vacanze-lavoro etc.)...e poi il sogno nel cassetto di avere un Club potrebbe anche aprire la strada a delle prove di lavoro per la nostra razza al pari delle manifestazioni espositive (cosa che avviene in altri paesi europei ma anche in Italia per altre razze). Superare le divisioni convergendo nella casa comune, al momento unicamente riconosciuta dall'ENCI, nel C.I.R.N. - Se.r.a.m. potrebbe significare gettare le basi di un nuovo inizio... anzi di un rinnovato inizio. Vivere del passato, delle difficoltà, delle gelosie ed attriti significherebbe continuare ad essere piccoli non solo nella cinofilia ma anche rimpicciolire i nostri sogni. Credo che tutti noi abbiamo iniziato ad avvicinarci al mondo Malamute con curiosità e passione ricercando nei nostri cani quelle emozioni che diversamente il nostro vivere quotidiano non è in grado di darci. Non dobbiamo dimenticarci ciò che ci ha spinto in principio ad accettare nelle nostre case un Alaskan Malamute, la serenità di quella scelta deve essere il fondamento di ogni iniziativa. Allargare la base del nostro Se.r.a.m. significa allargare anche le possibilità organizzative di nuovi eventi e di proporsi nuovi orizzonti. Bisognerebbe puntare ad un coinvolgimento maggiore di quel popolo "malamute" sempre molto attento a convergere quando chiamati, ma è innegabile che la dove presenti vadano messi di lato pregiudizi e sterili critiche, frutto di pettegolezzi ed inutili gelosie. Ripeto che lodevoli ed apprezzabili sono ogni singola iniziativa posta in essere non ultimi dal Se.r.a.m. il VII° Malamute Day ed l'imminente II° Malamute Friend's Snow ma si può andare oltre...
Mi piace così concludere parafrasando Victor Hugò che scriveva: “…Osare: il progresso è solo a tal prezzo. Tutte le conquiste sublimi sono dal più al meno premi di ardimento: perché la rivoluzione si faccia, non basta che Montesquieu la presagisca, Diderot la predichi, Beaumarchais l’annunci, Condorcet la calcoli, Arouet le prepari, Rousseau la premediti, bisogna che Danton la osi…”. Non cogliere l’occasione dell’entusiasmo dell’intero popolo “malamute”, continuare ciascuno ad essere l’espressione del “lupo solitario”, potrebbe far perdere di vista che possiamo essere tutti insieme l’ululato dell’intero branco Malamute!!
Certo sognare un Club di razza è forse un sogno azzardato ma è indubbio che una Sezione di razza o Club forte di una larga base potrebbe significare riuscire ad avere una calendarizzazione annua degli eventi, ma anche diversità di eventi: per aree geografiche e/o a carattere unitario Nazionale, organizzazione di eventi per gruppi di lavoro (es.: dog-trekking, skyjoring, sleddog, corsi, raduni, gruppi vacanze-lavoro etc.)...e poi il sogno nel cassetto di avere un Club potrebbe anche aprire la strada a delle prove di lavoro per la nostra razza al pari delle manifestazioni espositive (cosa che avviene in altri paesi europei ma anche in Italia per altre razze). Superare le divisioni convergendo nella casa comune, al momento unicamente riconosciuta dall'ENCI, nel C.I.R.N. - Se.r.a.m. potrebbe significare gettare le basi di un nuovo inizio... anzi di un rinnovato inizio. Vivere del passato, delle difficoltà, delle gelosie ed attriti significherebbe continuare ad essere piccoli non solo nella cinofilia ma anche rimpicciolire i nostri sogni. Credo che tutti noi abbiamo iniziato ad avvicinarci al mondo Malamute con curiosità e passione ricercando nei nostri cani quelle emozioni che diversamente il nostro vivere quotidiano non è in grado di darci. Non dobbiamo dimenticarci ciò che ci ha spinto in principio ad accettare nelle nostre case un Alaskan Malamute, la serenità di quella scelta deve essere il fondamento di ogni iniziativa. Allargare la base del nostro Se.r.a.m. significa allargare anche le possibilità organizzative di nuovi eventi e di proporsi nuovi orizzonti. Bisognerebbe puntare ad un coinvolgimento maggiore di quel popolo "malamute" sempre molto attento a convergere quando chiamati, ma è innegabile che la dove presenti vadano messi di lato pregiudizi e sterili critiche, frutto di pettegolezzi ed inutili gelosie. Ripeto che lodevoli ed apprezzabili sono ogni singola iniziativa posta in essere non ultimi dal Se.r.a.m. il VII° Malamute Day ed l'imminente II° Malamute Friend's Snow ma si può andare oltre...
Mi piace così concludere parafrasando Victor Hugò che scriveva: “…Osare: il progresso è solo a tal prezzo. Tutte le conquiste sublimi sono dal più al meno premi di ardimento: perché la rivoluzione si faccia, non basta che Montesquieu la presagisca, Diderot la predichi, Beaumarchais l’annunci, Condorcet la calcoli, Arouet le prepari, Rousseau la premediti, bisogna che Danton la osi…”. Non cogliere l’occasione dell’entusiasmo dell’intero popolo “malamute”, continuare ciascuno ad essere l’espressione del “lupo solitario”, potrebbe far perdere di vista che possiamo essere tutti insieme l’ululato dell’intero branco Malamute!!
Antonio Battuello
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