dal link: http://www.tipresentoilcane.com/2011/10/28/il-vero-standard-dell-alaskan-malamute/
Di Valeria Rossi
(Versione Sciuramaria acculturata: “Guarda, un husky gigante!” . Versione Sciuramaria-a-cui-il-veterinario-ha-fatto-il mazzo-perché-ha-il-cocker-obeso: “Bello, sì…ma non è un po’ grasso, ‘sto husky?”)
Una Sciuramaria, in expo, sfoggiò un’eccellente capacità di distinguere le razze. Peccato che dichiarasse, al signore che la accompagnava: “Vedi, quelli più piccoli sono i Lasky e quelli più grossi i Lalasca Mammalut”.
Bingo!
Tutti gli articoli inglobati nel nome del cane (come peraltro in “Miocuggino c’ha un Lalano”, o “guarda che bel Lakita”).
Mah.
Sul fatto che non sia “il cane di un solo padrone”, per quella che è la mia esperienza, ho qualche dubbio. Certo, è vero che è amichevole con tutti, disposto a seguire chiunque, pronto a prendere coccole da chicchessia: ma provate a chiedergli di fare qualcosa, anche solo un “seduto” o un “dailazampa”. Se non è il vostro cane, vi guarderà con la stessa precisa espressione di Aldo nel film “La leggenda di Al, John e Jack”, quando guarda Giovanni o Giacomo e gli chiede: “E tu chi minchia sei?”
Cioè, dipende. Se per “dignitoso” intendiamo “cane che sembra sempre guardare il mondo dall’alto in basso”, allora è così pure a sei mesi.
Se invece intendiamo che se ne sta sulle sue e che non ha più voglia di giocare, allora stra-dissento: ho conosciuto Malamute di oltre dieci anni che giocavano esattamente come i cuccioli…anzi, di più, perché i cuccioli non sono poi così pronti a schizzare dietro a palline e giochini vari.
Anche quando l’ha accettato, comunque, non è che il Malamute si metta a “fare il cane” tutto feste, sbavazzi, scodinzolii, che fa i salti di gioia alti così quando rientrate a casa e così via.
Scor-da-te-vi tutto ciò: al massimo, se siete stati lontani per troppo tempo, vi dirà di tutto e di più (v. TESTA).
In realtà, alla faccia del fatto che i cani “non avrebbero il senso del tempo”, un Malamute potrà farvi vere e proprie “feste” se state via un giorno intero: ma se uscite a far la spesa e rientrate dopo mezz’ora, verrà a darvi una nasatina affettuosa (traduzione: “Ciao capo, sei tornato, sono contento”), e bon. A questo punto il capo, se conosce i Malamute, si scioglie; se invece prima del Malamute ha avuto solo cani tipo pastori tedeschi o border collie, ci resta malissimo e pensa “tutto qui? Uffi, il mio cane non mi ama!”
Ma non è affatto “tutto qui”! Questa è un’accoglienza di tipo lupino, riservata ai superiori gerarchici: imparate ad apprezzarla perché è un vero tributo, una dimostrazione di stima e rispetto. Se volete un cane che vi salti addosso, pigliatevi un pastore tedesco (e poi, magari, vi lamenterete perché vi salta addosso).
Decide di fare la guardia? Farà “un” BAU, massimo due.
Decide che vuole un po’ del vostro cibo? Non starà lì a perder tempo a mendicare, chiedere, mugolare: se lo prenderà e ciao (i Malamute sono ladri matricolati, sappiatelo), ma con delicatezza e gentilezza.
Decide di litigare con un altro cane? Niente abbai, ringhi, casino: lo guarderà dritto negli occhi, con le orecchie drittissime (di solito le porta un po’ larghe lateralmente: quando le tira verso il centro del cranio – sembrando appunto quasi un husky – significa che sta sfidando qualcuno) e se l’altro non cede subito le armi gli rifilerà una dentata, senza tante balle.
Io lo considero un cane Zen: silenzioso, meditativo, ragionatore (tranne quando deve fregarsi qualcosa, perché in quel caso è una scheggia, o quando ha voglia di giocare).
Il suo motto potrebbe essere “massimo rendimento col minimo sforzo”. Che tradotto in termini cinofilo-educativi significa anche: “Io te lo faccio, quello che mi chiedi di fare: però con calma, dopo averci pensato bene e aver deciso se ne vale la pena. Tu comunque tieni presente che mi pesa il culo”.
E in effetti gli pesa in senso letterale, specie se è maschio: perché lui è un cane massiccio, nato per trainare pesi cospicui su lunghe distanze: se il siberian husky si può paragonare a un cavallo da concorso ippico (e l’alaskan husky a un purosangue da corsa), il malamute è un cavallo da tiro.
Tanto l’husky è caciarone (almeno in famiglia: con gli estranei è piuttosto distaccato, ed è per questo che ha la nomea di cane “freddo” tra chi non lo conosce bene), tanto lui è tranquillo e riservato.
Tanto l’husky è scattante ed impulsivo, tanto lui è posato e riflessivo.
Tanto l’husky è esploratore (e a volte fuggiasco), tanto lui è casalingo e pantofolaio.
Se mettete un husky in macchina sul sedile davanti ve lo ritroverete in braccio, sotto i pedali, in testa…e alla fine, probabilmente, vorrà guidare lui.
Se ci mettete un Malamute, il risultato è quello della foto a sinistra.
E siamo d’accordissimo. Specialmente le femmine hanno un musetto veramente adorabile, irresistibile, da coccole a oltranza.
Però, dietro a quel faccino così tenero, si nasconde un’intelligenza brillantissima e decisamente indipendente: e in questo sì, che somiglia all’husky.
Nè l’uno né l’altro, infatti, stanno lì ad aspettare che il Grande Capo A Due Zampe risolva i loro problemi. Ci pensano in proprio.
Quindi entrambi sono ottimi evasori (non c’è serratura che non imparino, prima o poi, ad aprire), ottimi predatori, ottimi ladri (come già ricordato)… ma anche, guardando il lato buono, ottimi cani guida, per esempio: perché sono abilissimi nell’imparare al volo che se il non vedente dà loro un ordine che li metterebbe entrambi in pericolo, non devono obbedire.
Per insegnarlo a un pastore tedesco ci vogliono mesi (e spesso, purtroppo, anche metodi piuttosto duri): i cani nordici imparano in due lezioni. E NON perché disobbedire gli piaccia (agli husky non dispiace neanche un po’, ma il Malamute è decisamente più docile), ma proprio perché hanno capito il concetto di “prendere le decisioni giuste per il bene comune, senza aspettare che qualcun altro gli dica cosa devono fare”.
In Italia c’è un Malamute da agility e Alexa Capra ha una femmina con cui lavora col metodo “do as I do” (no, NON quello della foto a destra, che però dimostra come questi cani siano parecchio imitativi), con risultati davvero interessanti: cercate su youtube e potrete vederli tutti all’opera.
Si potrebbe dire che fanno una specie di ululato modulato, ma non rende l’idea. In realtà i loro “discorsi” sono estremamente complessi, andando da parole brevi, tipo “growoo”, a interi discorsi tipo “uau wouuuu lullallauuu” (qualcuno si illude pure che il loro cane dica “I love you”: la cosa forse è un filino tirata per i capelli, ma in realtà il suono ci picchia vicino).
Inserisco qui sotto un video che può spiegare meglio delle parole: i vocalizzi che potete sentire sono solo un piccolo campionario perché il “vocabolario” del Malamute è molto complesso… però il video è abbastanza esplicativo e per questo l’ho preferito ad altri, anche se la qualità dell’immagine non è proprio il massimo. Comunque, anche in questo caso, se andate su youtube e digitate “talking Malamute”, ne troverete a bizzeffe.
In realtà Malamute e Husky parlano, o se preferite “chiacchierano”, in misura molto variabile da soggetto a soggetto, a seconda della situazione e soprattutto a seconda di come vi comportate voi: più gli risponderete ed accetterete il “dialogo”, più si daranno da fare.
Attenzione, perché la cosa è divertentissima per le prime volte, ma alla lunga rischia di rivelarsi un’arma a doppio taglio (ci sono cascata anch’io con la mia prima husky, dandole corda: poi MAI PIU’!). Quando il cane comincerà a commentarvi tutto il telegiornale e voi non riuscirete a capire mezza parola, perché sentirete solo lui, scoprirete cosa intendevo dire.
E questo risponde alla classica domanda della Sciuramaria: “Che bello…ma come mai non ha gli occhi azzurri???”
Perché è un Malamute, sciura! Gli Husky, i Lasky e pure gli Usky possono avere gli occhi blu, ma i Mammaluk no, mai, per nessun motivo al mondo.
Oltre ad essere marroni, a mandorla eccetera gli occhi del Malamute sono terribilmente espressivi: non c’è proprio pericolo di non capire se è contento, se ha voglia di giocare, se è offeso o annoiato.
Inutile scapicollarsi tremanti dal veterinario: dopo un giorno o due recupereranno tutto con gli interessi.
Se volete imparare davvero a distinguere un husky da un malamute, anche solo in fotografia e senza termini di riferimento che indichino le proporzioni, guardate le orecchie: quelle dell’husky sono inserite molto più alto e portate conseguentemente più in verticale. Per il Malamute le orecchie inserite alte sono invece un difetto.
Altra differenza sostanziale: se i cuccioli di husky hanno quasi sempre le orecchie erette già a pochi giorni dalla nascita, i piccoli Malamute, come i pastori tedeschi, fanno patire le pene dell’inferno ai proprietari. Si alzano, no, non si alzano, oddio si sono riabbassate, ARGHHH ne ha alzato una sì e una no!
Calma e gesso: si alzano, si alzano. Nel pastore tedesco non è così scontato, ma nel Malamute si alzano sempre, senza bisogno di intervenire in alcun modo: le eccezioni sono talmente rare che non vale neanche la pena di parlarne.
Tutto verissimo. Le cose più importanti, però, lo Standard le spiega nella ricapitolazione finale, dove si legge: “giudicando gli Alaskan Malamute, bisogna dare importanza prima di tutto alla loro funzione di cani da slitta per trasporti pesanti nell’ Artico. Il grado secondo cui il cane è penalizzato, dovrebbe dipendere da quanto il cane si discosta dalla descrizione del Malamute ideale, e da quanto questo particolare difetto potrebbe diminuirne la capacità di lavoro. Gli arti del Malamute devono mostrare forza insolita ed enorme potere di propulsione“.
La traduzione semplice è che questo cane ha una forza smisurata. Una roba proprio da Hulk. Negli Stati Uniti, dove questo sport è diffusissimo, è spesso il trionfatore delle gare di weight pulling (che a vedere le foto sembrerebbe una specie di maltrattamento: invece i cani si divertono come pazzi, anche se sinceramente me ne sfugge il motivo!).
Però, se volete vedere un Malamute assolutamente felice, radioso, perfettamente realizzato e che si impegna davvero al massimo, dimenticandosi perfino il culo pesante…attaccatelo ad una slitta. Cambierà proprio faccia ed espressione: gli apparirà sopra il fumetto con scritto “FINALMENTE!”.
Solo, per l’amor del cielo, non legate MAI un Malamute alla gamba di un tavolo, pensando di farlo restare fermo lì. Come minimo dovrete legarlo al paraurti di una macchina: però col freno a mano tirato, altrimenti si porta via pure quella.
Questa descrizione è così precisa – e perfino poetica nella parte finale – che non c’è proprio altro da dire…a parte ricordare che questa bellissima piuma viene utilizzata spessissimo per spazzolarvi la faccia e il naso, facendovi il solletico e facendovi starnutire. Però è l’unica cosa che può avere questo effetto, perché il pelo del Malamute – come quello dell’Husky – è anallergico.
La gamma di colori va dal grigio chiaro, attraverso sfumature intermedie fino al nero, sabbia, e sfumature di sabbia fino al rosso. Combinazioni di colori sono accettabili nel sottopelo, punti e contorni. L’unico monocolore accettabile è il bianco”.
NOTA PRATICA: NON vi dico quanti bidoni aspiratutto consumerete (nel senso proprio che schiattano alzando bandiera bianca) nel corso della vita di un Malamute, perché altrimenti ve la fareste sotto, non vi comprereste mai un cane di questa razza e vi perdereste una grande occasione. Una cosa, però, la devo dire per forza: se avete l’incubo del pelucco e se vi viene una crisi isterica qualora casa vostra non sia la pubblicità perfetta della cera Brillalux o del detersivo per pavimenti Specchiosan, lassate perdere. Pijatevi un barboncino.
Questa non è la razza per voi.
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