di Rossana Giada Giordano
Prologo
Io ringrazio il seram, perché il valore e l’unità di un gruppo sta in queste cose: nel saper fare una telefonata e un gesto di cordoglio per una persona e dei cani che neppure si conoscono, e nel superare la paura della calamità naturale per creare un fondo economico da devolvere in beneficienza e supportare gli italiani colpiti dal terremoto.
Nei due giorni passati insieme, senza farci mancare le attività, le risate e il calore dei nostri cani, mai abbiamo scordato la consapevolezza del perché eravamo lì.
2 – 3 Giugno 2012, Antico Noce, Granarolo dell’Emilia: Malamute Working Day
Eccoci alla vigilia di un altro appuntamento con i malamutes: al tramonto di venerdì ci ritroviamo davanti al camper di Biagiotti, ci salutiamo tra umani e cani senza troppe distinzioni, chi una leccata in viso e chi una pacca sulla spalla, e si aprono le danze. Il grosso dei partecipanti arriva il sabato mattina e ci dividiamo in gruppi di lavoro che si scambieranno durante la giornata. Molti di noi sono habitué, ma non mancano le new entry, alle quali viene presentato il lavoro: il dressaggio e la toilettatura, curato da Luca Trainito, Giuseppe Biagiotti e Andrea Lucchesi; il ring giudicato da Katia e Bruno Maffezzoni; l’educazione e il rapporto, seguiti da Giovanna Nussdorfer e me. Dopo pranzo, per risparmiare i cani nelle ore più calde, ci soffermiamo all’ombra del grande noce per il seminario. Più che un seminario, in realtà è uno scambio di opinioni, e questa è una cosa rara in cinofilia. Giovanna ed io parliamo del gioco e del lavoro olfattivo, mentre Katia affronta la preparazione e la burocrazia per le expo. Con le ore fresche ci lanciamo in una nuova prova: the weigthing pull, il traino pesante, talento naturale dell’alaskan malamute. Si lavora in scarico, per aiutare i nostri cani che, pur avendolo nel sangue, sono neofiti di questa disciplina. Sapori procura i finimenti adatti, dotati di una barra di legno che sostiene il fondo dell’harness per ottimizzare lo sforzo, il primo cane viene attaccato al carrello e si comincia a caricare: prima due persone, per preparare l’animale al lavoro che dovrà svolgere, poi tre e infine quattro. La muscolatura e l’attitudine di questa razza la rendono in grado di trainare pesi anche maggiori, ma i nostri cani non sono allenati, e quindi ci limitiamo ad una prova sportiva. La cena sociale riserva una sorpresa: la riffa primaverile, organizzata sul momento con grande entusiasmo e... l’asta! Unico pezzo e pezzo unico dell’asta il boccale commemorativo dipinto personalmente da Bruno: abbiamo combattuto fino all’ultimo cent per avere quel boccale da birra, ma alla fine ha vinto Fabio Pasetti, con uno scarto di un euro e cinquanta su Sara Digiuni, per un totale di 71,50 euro. Tutto il ricavato della riffa e dell’asta è andato ad aggiungersi a quello delle iscrizioni, e sarà devoluto in beneficienza per i terremotati. Una cosa è certa: la birra bevuta da quel boccale, che ci siamo passati come fosse il Santo Graal, è assolutamente buonissima! Ci perdiamo in chiacchere nell’accogliente patio dell’Antico Noce, godendoci il fresco della sera e osservando, tra l’ammirato e il divertito, il “Branco Del Biagio”: Giuseppe libera i suoi cani nel grande prato, e loro si gestiscono in serenità, quasi a mostrare la struttura del branco- famiglia che descrive David Mech quando parla dei lupi.
Alle spalle del gruppo però c’è sempre lui che vigila, protegge e mantiene l’equilibrio, grazie al controllo e alla profonda conoscenza che ha dei suoi cani. Non provate ad imitarlo: Biagiotti riesce a fare cose che a noi semplici umani risultano impossibili! Anche la mattina dopo partiamo con una novità: il test caratteriale. Si tratta dell’ anteprima sperimentale di una prova che probabilmente verrà inserita nelle prossime esposizioni. Tramite alcuni step viene testata la solidità e la docilità del soggetto in esame: il cane viene affidato ad un estraneo per la durata della prova; deve accettare la manipolazione e mostrare reazioni contenute di fronte a disturbi come una bicicletta che passa e l’apertura di un ombrello; viene vestito di pettorina da traino e poi svestito; viene condotto dinnanzi ad altri esemplari dello stesso sesso senza avere atteggiamenti esagerati. Non per tirarcela, ma tutti gli esemplari presenti a questa edizione del “Malamute 360°” hanno passato il test, se non alla prima prova alla seconda, dopo poche ripetizioni di aiuto. Questo vuol dire che la strada allevativa è decisamente quella giusta. Ogni tanto, un pò come accade in quel gioco della settimana enigmistica "cerca l'intruso", appaiono a spasso nel prato un buffo dobermann marrone, una sexy barboncina e un imponente terranova, anche loro con la pettorina da traino...non importa, ormai si sa che alle tappe Seram si è tutti ben accetti. Giunge come sempre il momento del commiato, e come sempre mi porto a casa molto più di ciò che ho lasciato. Mentre saluto mi accorgo di una cosa, un pò sciocca ma significativa: portiamo tutti la stessa maglietta, che dice con certezza che non siamo huskies. A presto amici, tappa dopo tappa il viaggio continua.
di Rossana Giada Giordano
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