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Le intolleranze alimentari.

Le prime osservazioni su come si possano verificare delle diverse reazioni all’assunzione di alcuni alimenti risalgono addirittura ad Ippocrate (460-377 a.C.) di cui c’è stata tramandata la famosa frase: “Lascia che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”. Questa reazione si attua tramite l’azione del sistema immunitario, un vero e proprio sistema di difesa dell’organismo, nei confronti di tutti quegli agenti esterni all’organismo stesso. Si osservano vari sintomi che possono essere provocati dal solo contatto come nel tratto digerente superiore, edema delle labbra e della lingua, afte e faringiti. Nel tratto gastro-intestinale il solo passaggio dell’alimento può determinare vomito, nausea, spasmi, coliche, gastriti, diarrea, meteorismo; infatti sia il cane che il gatto possono presentare questa sintomatologia gastroenterica che abitualmente inizia con un singolo episodio dal quale l’animale si riprende senza evidenti problemi in poco tempo. Ma a questo punto gli episodi si ripresentano a breve distanza con delle ricadute sempre più intense che si ripropongono ad intervalli sempre più brevi. L’episodio scatenante può essere amplificato da vari motivi (dieta, tossine, arassiti, malattie infettive) che determinano il danneggiamento della mucosa intestinale con una compromissione della funzione di barriera protettiva svolta dalla stessa. Di conseguenza l’organismo non viene più protetto da tutti gli alimenti ingeriti e non digeriti e la mucosa diventa permeabile a queste sostanze. Tuttora ci sono molti equivoci tra le differenze tra allergia ed intolleranza alimentare. Infatti uno dei principali problemi nella letteratura medico -scientifica consiste proprio nella mancanza di omogeneità delle definizioni dei termini utilizzati che si basavano sull’impiego di neologismi anglosassoni come ad esempio quello di “reazioni avverse”. Le Intolleranze Alimentari sono quelle reazioni non immuno-mediate che si determinano per il consumo abituale di un certo cibo e/o additivo e che eliminandone l’assunzione per un certo periodo ne determina la scomparsa dei sintomi. La classificazione che ritengo più efficace per definire e classificare le “reazioni avverse ai cibi” è quella della Società di Allergologia U.S.A., che definisce: 
SimoneG&GDeBeauvoire
1) Le Allergie alimentari come reazioni immediate, IgE mediate.
2) Le Pseudo-Allergie come reazioni determinate da deficit enzimatici (ad es. la mancata digeribilità delle proteine del latte nel bambino ma anche in alcuni cuccioli; il favismo nell’uomo.
3) Le Ipersensibilità alimentari come reazioni ad alcuni cibi che rilasciano istamina come ad esempio lo sgombro (casi nell’uomo, nel gatto e nel cane), il cioccolato (nell’uomo e nel cane).
4) Le Reazioni Tossiche agli alimenti come l’avvelenamento da ingestione di funghi o cibo avariato, il botulismo, etc.
I sintomi spia che possono far pensare ad un’intolleranza alimentare sono molteplici e riguardano vari apparati come:
a) Apparato Cutaneo: prurito non stagionale, formazione di papule, eritemi, pododermatiti, lesioni epidermiche alla base e/o all’interno dell’orecchio e sul collo, irritazione nella zona perianale.
b) Apparato Gastro-intestinale: vomito, diarrea, flatulenza, meteorismo, frequenti eruttazioni e singhiozzi, coliti, fenomeni di malassorbimento, stipsi alternata a diarrea.
c) Apparato Respiratorio: riniti, sinusiti, sindromi simil-asmatiche ricorrenti (non rispondenti al cortisone).
d) Apparato Oculo-congiuntivale: congiuntiviti ricorrenti, frequenti lacrimazioni.
e) Apparato Urogenitale: cistiti ricorrenti (soprattutto nel gatto), urinazioni frequenti.
f) Sistema Centrale Nervoso: fenomeni di iperattività, sbalzi di umore, crisi epilettiche, generale tendenza ad ingrassare (accompagnata da notevole gonfiore addominale), tendenza a non assimilare (accompagnata da fenomeni di coliti frequenti), affaticamento precoce.
Sulle cause delle intolleranze alimentari ci sono più teorie ma quelle più concrete sono due:
1) La teoria dell’alterato assorbimento delle Macromolecole,
2) La teoria dello stress di H. Selye.

Nella prima teoria si ipotizza una forte carenza vitaminica legata alla "raffinatezza” dei cibi quotidiani, soprattutto dei carboidrati, che provocherebbero un mancato assorbimento di tutti quegli elementi minerali e vitaminici così importanti per l’organismo. Difatti è importante ricordare come la parete intestinale svolga una funzione fondamentale non solo nell’assorbimento del cibo ma anche nello stimolo del sistema immunitario, essendo la sede di almeno il 60% delle cellule immunitarie IgA. Quando avremo una “disbiosi”, cioè un’alterazione marcata della flora batterica intestinale, verrà a mancare l’azione di modulazione del sistema immunitario. Vengono infatti a mancare quelle azioni fondamentali svolte dalla flora batterica intestinale, quali la regolazione delle dimensioni dei villi e del ricambio degli enterociti, la sintesi delle Vitamine K, B1, B12, dell’acido folico e dell’acido pantotenico.
La teoria dello stress viene formulata dal Prof. Hans Selye di Montreal già negli anni ’40 ma i suoi studi andranno avanti fino agli anni ’60; lo stress viene da lui definito come “una lotta di adattamento ad un agente nocivo” di qualunque natura esso sia. Di conseguenza lo stress viene inteso come lo sforzo a cui il corpo è sottoposto tutti i giorni dagli avvenimenti quotidiani. Questo ovviamente viene sempre visto sotto il solo profilo psicologico, come quelle situazioni che causano tensione nervosa e magari ci risulta difficile interpretare lo stato psicologico dei nostri animali, anche se oramai le scienze comportamentali e l’etologia lo hanno dimostrato.
Possiamo pertanto ipotizzare che se tutto ciò che si verifica nei nostri animali per reazioni chimiche che  avvengono a livello cellulare grazie ad una vasta gamma di catalizzatori ed enzimi (perfezionatisi attraverso migliaia di generazioni che vivevano di cibo naturale, come piante, radici selvatiche prima, e carne e grasso di animali viventi allo stato libero poi), andando ad alterare un organismo clinicamente idoneo per la carne con alte dosi di amidi raffinati, zuccheri e tutta una serie di prodotti chimici sintetici, si potrebbe causare l’impoverimento dei processi basilari delle cellule vedendone tutti i giorni le conseguenze (malattie degenerative del cuore, malattie nervose, tumori etc). Questo lavoro ha avuto lo scopo di verificare l’utilità di un test citotossico nella risoluzione di diverse sintomatologie, spesso ricorrenti, che possiamo evidenziare nella clinica di ogni giorno e che riteniamo possano essere imputabili alla dieta del soggetto in esame. Per determinare la diagnosi delle intolleranze alimentari nel cane e nel gatto viene attualmente considerata solamente la risposta più o meno idonea ad una dieta ad eliminazione, somministrata per minimo 10 settimane consecutive. Tale dieta deve contenere una fonte proteica differente da quella utilizzata in precedenza e dovrebbe essere formulata solo dopo un’attenta valutazione dell’alimentazione abituale dell’animale. Vengono impiegate sia diete casalinghe che commerciali, rispondendo alle esigenze dell’animale e del suo proprietario. Abbiamo testato una nuova metodica per la veterinaria per la determinazione delle intolleranze da alimenti e da additivi. Questa metodica è nuova per noi veterinari ma viene utilizzata con successo da più di venti anni in umana con una casistica di circa 400.000 casi. L’attendibilità è suffragata dai risultati clinici ottenuti con  l’astinenza dei soli alimenti risultati positivi e le loro famiglie biologiche, per almeno 60 giorni. Sono stati allestiti 2 kit veterinari: uno per il cane ed il gatto ed uno per il bovino ed il cavallo. La metodica citotossica consiste nel porre a contatto il siero ed i leucociti del paziente con gli estratti alimentari. Ne scaturiranno delle risposte tossiche che verranno interpretate dall’operatore con una precisa metodica standardizzata e con un codificato sistema di valutazione e che permetteranno al medico di effettuare una precisa dieta ad eliminazione senza perdere tutto il tempo necessario, minimo 10-12 settimane, per effettuare una diagnosi di intolleranza alimentare. Nella nostra esperienza gli alimenti riscontrati più frequentemente positivi sono a scendere la carne bovina, il grano, il suino, il pollo, il tacchino, il latte, etc per finire con il pesce. Una dieta ad esclusione degli alimenti positivi per un periodo di almeno otto settimane ha portato un significativo miglioramento nel 90% dei pazienti in termine di valutazione clinica prendendo in considerazione quei casi che presentavano risposte negative alle consuete terapie a base di cortisonici ed antibiotici. Si verificavano dei netti miglioramenti non soltanto su casi con sintomatologia dermatologica e/o gastroenterica ma anche su dei casi con delle problematiche comportamentali (pica, aggressività, ansia ed irritabilità).
Sono stati evidenziati anche nei cani tre casi di epilessia che una volta diagnosticata e risolta l’intolleranza alimentare oltre alla risoluzione dei problemi dermatologici hanno visto o ridurre in maniera vistosa o scomparire del tutto anche la sintomatologia neurologica. La nostra esperienza di circa un anno e mezzo ci ha permesso di evidenziare che per i cani le razze più sensibili a questa problematica sono: Pastore Tedesco, Dalmata, Labrador e Golden Retriever, Boxer, Cocker Spaniel, Westhighland Terrier, Setter Irlandese ma anche molti incroci. Ovviamente questo è solo il primo passo di una sperimentazione che si è estesa anche ad alcuni centri universitari e non, italiani ed esteri, per permetterci di ampliare la nostra casistica e la nostra ricerca in un campo, come quello delle intolleranze alimentari, ancora purtroppo poco conosciuto ed allo stesso tempo così importante nella clinica di ogni giorno.

Alessandro Benvenuti Med Vet, Roma

Tratto da: 62nd SCIVAC International Congress & 25th Anniversary of the SCIVAC Foundation


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1 commento:

maricetta ha detto...

il mio cane husky, 25 per cento incrociato con lupo della sila, in sostanza la nonna è lupo, mangia il fresco ovvero quello che cucino io in prevalenza senza glutine...prediligo un pezzetto di burro e olio di arachidi per i condimento e per il resto riso e mais con agggiunta di carote zucchine lattuga e quel che mi trovo escluse le cipolle....vado bene.? post-metto che a circa 4 mesi il came ha subito l'asportazione di un rene a causa di una idronefrosi scoperta in modo del tuto casuale poichè aveva ingoiato un topino di pezza del gatto e naturalmente visto che ha bloccato l'apparato digerente abbiamo dovuto intervenire chirurgicamente....

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