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Valore genetico stimato: nuove frontiere per la displasia dell'anca.

Nonostante gli sforzi dei veterinari, la displasia dell’anca è ancor oggi la malattia scheletrica che crea più problemi agli allevatori. Infatti la sinergica lotta a questa patologia non ha prodotto i risultati sperati in tempi relativamente lunghi, o meglio, ha migliorato sensibilmente, ma non ha continuato in maniera proporzionale. Perché ?
Gli allevatori interessati conoscono bene come si determina la displasia dell’anca dove entrano in gioco molti fattori e riteniamo quindi superfluo, come viene regolarmente fatto invece da molti veterinari di scuola americana, illustrare la patologia ripartendo sempre da zero.
In sintesi si considerano:
-il fattore genetico che secondo recenti statistiche influisce dal 20% al massimo 40 %;
-i fattori ambientali quali nutrizione, esercizio fisico, terreni di crescita etc etc.

Un argomento molto dibattuto, e delicato per la sua complessità, da chi è impegnato nello studio e nell’ analisi della HD a livello di cinofilia ufficiale internazionale, è stato ed è attualmente il “Prescreening” cioè la famosa diagnosi precoce della HD.

SimoneG&GDeBeauvoire
La diagnosi precoce è di fatto uno dei più grandi nemici degli allevatori .
Da molti anni la CeLeMaSche si è impegnata ad approfondire i veri problemi dell’HD, ma cercando anche di comprendere le problematiche dell’allevamento cinofilo nella sua completezza e complessità.
Da un lato esistono allevatori seri (la maggior parte per fortuna), che con il supporto di professionisti preparati, ricercano ufficialmente la “displasia dell’anca” applicando poi la corretta attenzione per eliminare soggetti potenzialmente pericolosi alla riproduzione. Questi solitamente rispondono in “solido” quando il cucciolo venduto si rivela “affetto da displasia” e, anche con l’aiuto di professionisti veterinari, cercano di risolvere il problema specifico senza, come spesso accade, proporre interventi che costano in realtà più del valore del cucciolo. D’altra parte esistono anche allevatori che “barano”, vuoi per ignoranza o per malafede, e che cercano di occultare cani displasici all’esame ufficiale. Ebbene, con l’avvento delle nuove tecniche chirurgiche ortopediche, il barare è divenuto ancora più semplice. Un esame precoce, una diagnosi di predisposizione a HD, un intervento facilmente mascherabile quale la “sinfiosiodesi pubica” ….. e il cane all’esame ufficiale sarà esente da HD!
Ebbene, direte voi, ma perché tutto ciò è nemico degli allevatori ?
Semplicemente perché l’allevatore, quando andrà a prendere una monta, potrà non essere certo del grado di displasia di quel cane. E non raccontiamoci le frottole di proposte di sterilizzazione o comunicazioni all’ENCI, che sono spesso solo parole non supportate dai fatti e mai organizzate. Chiunque ha vissuto un po’ di cinofilia lo sa chiaramente! E’ facile capire quindi che, a parte il “business” per i veterinari ortopedici, mascherato spesso da una proposta di migliore qualità della vita del cane, la diagnosi precoce che preveda questo tipo di percorso (sinfiosiodesi pubica), diventa uno dei più grandi nemici degli allevatori. Se poi aggiungiamo che la comunità internazionale non è ancora pienamente d’accordo sulla validità scientifica di tali metodiche, è facile comprendere quale danno morale e materiale si rischia di procurare alla cinofilia e all’allevamento del cane di razza.
Ma chi di voi allevatori non ha avuto delle radiografie a 8 mesi di grado C che si sono o confermate o migliorate sino al B? Penso sia successo a tutti. Le prove le abbiamo personalmente in archivio della CeLeMaSche ( 49.000 radiografie ufficiali eseguite per chi ama i numeri ).
E allora come la mettiamo?

I nordici!


Quando l'istinto sbaglia.


Parassitosi intestinale.



La presenza di parassiti intestinali è un’evenienza molto comune nel cane e per questo non sempre il problema deve essere valutato con preoccupazione. Gli animali domestici possono infatti contrarre molto facilmente i parassiti intestinali e le conseguenze sono più o meno serie a seconda del loro numero e delle condizioni di salute dell’animale infestato.

Vediamo la loro classificazione, la loro attività e come possiamo tenerli lontani.

In linea generale i parassiti intestinali dei nostri amici si dividono in protozoi, nematodi (più comunemente, vermi tondi) e cestodi (conosciuti invece come vermi piatti).

I protozoi sono organismi unicellulari, formati cioè da una sola cellula e pertanto microscopici. Fanno parte di questa categoria i coccidi, la gardia e il toxoplasma gondii.

I coccidi causano un’infestazione nota con il nome di Coccidiosi; è una parassitosi molto contagiosa che si trasmette dagli animali malati a quelli sani soprattutto in quelle zone in cui il clima e caldo – umido.
Il toxoplasma gondii è un protozoo che ha un ciclo più complesso di cui fanno parte una fase extra-intestinale, riguardante tutti gli animali, e una fase intestinale che riguarda solo il gatto; infatti, pur infestando sia il cane che il gatto, può avere una localizzazione intestinale solo nella specie felina. Se il micio è portatore del parassita espelle nell’ambiente le uova da cui si svilupperanno i parassiti (oocisti) che diventeranno un rischio per gli altri animali.

La sterilizzazione: vantaggi e svantaggi.


Leggendo qua e là tra forum, blog e pagine di riviste e giornali mi sono spesso imbattuto in argomentazioni che paragonano la sterilizzazione del cane ad una sorta di "tortura" contro natura, dissuadendo i proprietari dal praticarla in nome di un'etica e di una morale a tutela dell'animale e della natura. Mi sono immediatamente chiesto è veramente cosi? Non è forse maggiormente contro natura adottare una femmina di cane sapendo già che nella sua vita non verrà mai avviata alla riproduzione? Non è ciò forse contro natura ma sopratutto cosa può comportare ciò? Ed allora cerchiamo con obiettività di analizzare e capire il perchè della sterilizzazione, quali i pro ed i contro, ecco pertanto qui di seguito un articolo del  dott. Alessandro Prota tratto dalle pagine Web del blog "Tumori nel cane e nel gatto"...
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La sterilizzazione nel Cane (...) rappresenta sicuramente una soluzione necessaria nella prevenzione delle nascite! Ma oltre a questo dato di fatto, di ordine etico e morale nei confronti di tanti Cani (...) randagi imprigionarti a migliaia in canili (...) lager, oppure catturati ed usati per la vivisezione o la produzione di pellicce e altro, dobbiamo affrontare il discorso che riguarda la prevenzione di patologie collegate all'iper produzione ormonale ogni qual volta non avviene l'accoppiamento come natura vuole.


In questo caso la sterilizzazione è indispensabile poichè, riduce il rischio di tumore della mammella e infezione all’utero .
La Cagna non sterilizzata va incontro in maniera più o meno acuta ad una sintomatologia che coinvolge gli organi di riproduzione e gli organi circostanti , che comunemente è conosciuta sotto il nome di "Gravidanza Isterica" o "Pseudo Gravidanza".
Questo fenomeno che di per sè non è una patologia il cui nome corretto è "Pseudocesi", si manifesta soprattutto nelle Cagne, allorchè nella fase del calore hanno un'iperproduzione di ormoni ovarici dovuti ad un elevato numero di follicoli che ovulano producendo un ormone chiamato progesterone.
La Gravidanza Isterica che si verifica alla fine del calore e può durare anche a lungo (30 giorni), presenta tutti i sintomi e i comportamenti della gravidanza e del post partum con aumento del volume delle mammelle, culminando nella produzione a volte abbondante di latte dalle stesse.
Inoltre la Cagna si comporta esattamente come se avesse dei cuccioli da accudire: prepara un nido scavando a volte nei letti o nei divani , o nella terra se vive in giardino e tenderà a portare nella cuccia pupazzi di pelouches come se fossero suoi figli. 
Tutto questo causa una notevole sofferenza psicologica

Un alta concentrazione nel sangue del progesterone causando squilibri ormonali porta:
- Tumori alla mammella favorito da mastiti frequenti per mancata suzione del latte
- Flusso vulvare mucoso
- Infezioni all'utero
- Aumento del volume dell'utero con congestione pelvica accompagnata da diarrea e cistite
- Eccessivo nervosismo a volte ossessivo, ansia, depressione e lamenti continui (segno di evidente sofferenza).
MASTITE NELLA CAGNA:

Standard illustrato ufficiale Alaskan Malamute American Club



Introduzione

Quando i primi esploratori bianchi arrivarono nella terra che alla fine sarebbe stata conosciuta come Alaska, scoprirono una razza canina straordinaria allevata dalle tribù indigene. Questo cane, senza dubbio, si è evoluto dai cani primitivi che accompagnarono gli uomini preistorici nelle loro migrazioni dall'Asia, attraverso l'artico, in Groenlandia e ritorno. I "Mahlemut" la tribù più allevarono questo cane dalle grosse attitudini lavorative, nella zona Norton Sound in Alaska, in quanto era un cane dalla natura poco “selvaggia", docile e capace di una quantità enorme di lavoro. Questi animali furono usati per la caccia alle foche, all’orso polare, per il traino di slitte pesanti, ed il trasporto delle vettovaglie. Loro sopravvivevano incredibilmente a temperature rigide e, occasionalmente, oltre la logica. Paul Voelker, uno dei primi allevatori di Malamute, riteneva l’Alaskan Malamute la più antica razza del Nord America e, probabilmente, la razza da più tempo associata all’uomo. Secondo Voelker, sculture e avorio datati da dodicimila a ventimila anni fa rappresentavano il Malamute essenzialmente come lo è ancora oggi.
Durante la corsa all'oro, la domanda di mute di cani da slitta diede luogo al trasporto di molte altre razze di cani in Alaska che furono poi miscelati con i cani da slitta del luogo. Come risultato, la razza fu quasi distrutta. Per fortuna i cani del "Mahlemuts" rimasero abbastanza puri a causa del loro relativo isolamento dalla civiltà.
Una revisione della razza revisione avvenne nel 1935, lo stesso anno in cui nacque l'Alaskan Malamute Club of America. Il periodo di registrazione dei cani di razza per l’AKC fu molto breve, permettendo un appena sufficiente numero di cani sui quali si sarebbe potuta costruire e sviluppare la razza. Durante la seconda guerra mondiale, molte dei pochi Malamute registrati furono dati in prestito per il servizio di guerra e per le spedizioni in Antartide. Quando il loro servizio terminò, una decisione amministrativa fu presa per i cani che vennero distrutti con una carica esplosiva sulla banchisa di ghiaccio. Questa azione spinse ben presto ad un ammutinamento degli uomini della Marina coinvolti. Dopo questo tragico caso, la registrazione all’AKC fu riaperto, essendo molto pochi i sopravvissuti tra i Malamute registrati.
Lo spettacolo Il Malamute di oggi è davvero un bello ed impressionante cane da show, ma è comunque importante capire che egli deve possedere ancora gli attributi che gli hanno permesso di sopravvivere primordialmente nell'ambiente di origine e per il lavoro per il quale era destinato. Per citare Natalie Norris, ben presto amatrice dei Malamute e uno dei più noti conduttori di cani da slitta donne…
"Il Malamute è troppo bello e distinto, non una razza trasformata in qualcosa ma che secoli d'adattabilità al suo ambiente ha prodotto. I nostri sforzi dovrebbero essere rivolti ad allevare non solo un bel Malamute, ma anche esemplari fisicamente corretti come sono stati trovati in origine in Alaska. Non è una questione di creare migliori allevamenti di Malamute, ma di creare migliori Alaskan Malamute".
Mentre vi preparate al giudizio dell'Alaskan Malamute, ricordate il loro patrimonio e il nostro desiderio di preservare la nostra razza, le sue caratteristiche di sopravvivenza, e le loro attitudini lavorative.




Aspetto generale
L'Alaskan Malamute è uno dei più antichi cani artici da slitta, è un cane potente e sostanzialmente costruito con un torace profondo e forte, ed un corpo ben muscoloso. Il Malamute sta bene sulle zampe, e questa postura dà l'impressione di molta dinamicità e di un portamento fiero, con la testa eretta e gli occhi in allarme che mostrano interesse e curiosità. La testa è ampia. Le orecchie sono triangolari ed erette quando allertate. Il muso è voluminoso, e solo leggermente si assottiglia in larghezza verso l’inizio del naso. Il muso non è appuntito né lungo, ma nemmeno tozzo.


La prima impressione generale di un Alaskan Malamute dovrebbe essere quella di un grande atleta potente, di bell'aspetto e attento a ciò che lo attornia. Come cane da slitta, dovrebbe essere fisicamente in forma e non c’è dubbio che dovrebbe essere in grado di esercitare le proprie funzioni con la necessaria forza e resistenza. Un Malamute deve essere fortemente strutturato con gambe e piedi perfettamente formati, una testa larga con muso forte, e un fronte e posteriore equilibrati.

Aspettando l'VIII° Malamute Day!!!

...per un evento da VIVERE che dire se non che ci saremo!!!!!


Continuando in tema di attivazione mentale!!!

Ecco un interessantissimo video su quanto basta poco per creare dei giochi di attivazione mentale per i nostri amatissimi amici a "4 zampe"!

IL FASCINO DEL GRANDE NORD NEL CUORE VERDE DELLA LOMBARDIA



Domenica dedicata allo Sleddog e agli amici a quattro zampe al Centro Didattico Scientifico del Parco Pineta
Domenica 6 novembre 2011, alle ore 14.30, il Centro Didattico Scientificoaccoglierà curiosi ed appassionati di Sleddog (che letteralmente significa “slitta trainata da una muta di cani”) per una giornata dedicata ai migliori amici dell’uomo. Per l’occasione sarà proiettato in anteprima il video documentario della ”4a attraversata del Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano con cani da slitta” alla quale ha partecipato Giuseppe Prampolini e la sua muta di cani…Muscher che si allena lungo i sentieri del Parco Pineta.
Pensando ad una muta di cani che traina una slitta viene in mente un paesaggio innevato con montagne incontaminate sullo sfondo; cosa c’entra il Parco Pineta quindi? Da tempo l’IceWolf Sleddog Team (www.icewolf.it) guidato da Giuseppe Prampolini, si allena nel Parco Pineta utilizzando slitte con ruote in previsione di attraversate come quella da poco conclusasi: la ”4a attraversata del Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano con cani da slitta”.
Le origini dello Sleddog risalgono ai popoli artici … Esquimesi ed Indiani Athabaska avevano come unico mezzo di trasporto slitte trainate da cani; anche cercatori d’oro e corrieri postali, dopo di loro, ricorrevano a questo mezzo di trasporto per spostarsi da una parte all’altra del Grande Nord. Oggi il termine “Sleddog” sta ad individuare quella attività sportiva nella quale sono coinvolti l’uomo (musher), uno o più cani (in genere da due a venti)e una slitta.
Curiosi, amanti dei cani ed appassionati dello Sleddog sono tutti invitati Domenica 6 novembre alle ore 14.30 presso il Centro Didattico Scientifico di Tradate (Sentiero Natura ed Osservatorio Astronomico). La proiezione del documentario sarà preceduta da un breve intervento della dott.ssa Manuela Pauri (Veterinario, specialista in Etologia) dal titolo “Consigli per una corretta gestione del proprio cane nell’ambito del Parco”. Portare ilproprio cane a passeggiare nel Parco è certo gradevole sia per il padrone che per il nostro amico a quattro zampe … questo gesto può però nascondere insidie per entrambi e per gli altri fruitori dei boschi dell’Area Protetta. Nel Parco infatti vige la regola di condurre sempre il cane al guinzaglio … ciò non costituisce un fattore restrittivo solo derivante dal rischio di disturbo della fuana selvatica, spesso un animale o la sua traccia potrebbe farlo smarrire nel bosco oppure un cavallo o un Montain Bikers potrebbero spaventarsi ed incorrere in cadute con potenziali spiacevoli conseguenze.
Dopo la presentazione del documentario verranno illustrate tecniche e materiali mentre i Muscher Giuseppe Prampolini e Marco Ossola saranno a disposizione per rispondere a tutte le domande degli interessati.

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