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Cani "facili" cani "difficili"

Sento  molto spesso parlare di cani "facili" e cani "difficili" da "gestire" da parte di sedicenti esperti cinofili. Il più delle volte la differenza tra gli uni e gli altri viene attribuita al fatto che essi appartengano ad una o ad un altra razza. E' un discorso che mi rende molto, molto nervoso. Primo perchè la  frase "gestire un cane" non mi piace (per inciso gestire significa : amministrare per conto terzi) preferendole "relazionarsi con un cane". Secondo perchè se è vero che alcune razze sono più complicate di altre nella routine quotidiana (spazzolare un Levriero afgano è più complicato che non farlo con un Chihuahua, portare in braccio dal veterinario un San Bernardo comporta difficoòtà maggiori che non farlo con un volpino, la maggioranza delle auto sono più adatte a cani di piccola taglia che non di grossa, i costi di mantenimento sono diversi ecc.ecc.) la difficoltà di relazionarsi con un cane NON è insita nel fatto che egli (non esso!) appartenga a questa o quella razza. Indubbiamente le caratteristiche peculiari di una razza influenzano il comportamento di un cane, il quanto e il come però è tutto da stabilire. Più l'età del cane è maggiore meno il suo comportamento è influenzato dalle caratteristiche di razza, essendo esso più influenzato dal "vissuto" del cane. Come al solito faccio un esempio chiarificatore: prendiamo un qualsiasi retriever (labrador, golden, nova scotia t.d. ecc.ecc.) ovviamente da cucciolo avrà molta più facilità a riportarci una pallina rispetto ad un Cane dei Pirenei o ad un Pastore Bergamasco......questo in linea di massima e prescindendo dall'individualità di tali cani che potrebbe benissimo ribaltare l'assunto.
Se però durante i mesi trascorsi dall'arrivo del cane a casa mia io incremento o diminuisco (con opportune tecniche) la concretizzazione di tale attività da parte del soggetto è evidente che una volta ragggiunta una maggiore età il suo comportamento sarà totalmente diverso e potremmo benissimo trovarci con un Bergamasco che effettua un "riporto" in maniera fantastica o un Golden che una volta raggiunta la pallina la fa a pezzi divertendosi un mondo a masticarla.
SimoneG&GDeBeauvoire
L'esempio che ho fatto è riferito ad comportamento "influenzato" da ciò che il cane ha imparato da ciò che io, volutamente, gli ho insegnato.
Ma ogni essere vivente, e il cane non fa eccezione, impara dalle esperienze.....proprie o altrui, queste ultime trasmessegli attraverso diverse forme di comunicazione.
Ciò che impara.......influenza il suo comportamento, più ha avuto modo di imparare, col tempo, più il suo comportamento sarà influenzato da ciò che ha imparato piuttosto che non da ciò che gli è stato trasmesso attraverso l'informazione genetica.
E' ciò che tecnicamente viene definito con i termini "comportamento appreso" e "comportamento innanto o istintivo" (questo termine "comportamento innato" è comunque errato in quanto esso è un comportamento appreso trasmesso attraverso l'informazione genetica sarebbe quindi più esatto definirlo "comportamento appreso trasmesso geneticamente"). <Photo1>
E' evidente quindi che ciò che influenza la relazione tra noi ed un cane più che la sua appartenenza ad una razza (o ad un miscuglio di esse) è ciò che egli ha vissuto e come, in base alle sue peculiarità, egli abbia reagito alle esperienze effettuate.
Ovviamente noi non possiamo sapere  con assoluta certezza quante e quali esperienze un cane abbia vissuto nè come abbia ad esse reagito nè cosa abbia da esse imparato. Dobbiamo "guardare" e "vedere" il cane così come è nel momento in cui ci relazioniamo con lui e cercare di "porci" nei suoi confronti nella migliore maniera possibile, questo se vogliamo instaurare con lui quella relazione che dovremmo auspicare. Partire dall'assunto: "Questo cane è di questa razza e quindi è così e così!" ha lo stesso senso che dire: "Sei Italiano quindi  mammone" oppure "Se Siciliano per cui ossessivamente geloso".
Se permettiamo ai nostri pregiudizi sulla razza di un cane di condizionare il nostro modo di porci nei suoi confronti.......partiamo col piede sbagliato, anzi.....non partiamo nemmeno. Che ciò accada ad una persona digiuna da conoscenze cinofile (o con una infarinatura avuta da errate informazioni da parte di luoghi comuni e media in genere) si può capire ma che a cadere in tale errore macroscopicamente grossolano sia chi si definisce "esperto" cinofilo o peggio un professionista della didattica credetemi.......mi fa rabbrividire.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

I vostri articoli sono molto preziosi e importanti. Sto per iniziare la vita con un Malamute ed è il mio primo cane. Questo blog mi sta regalando molto. Grazie

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