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Il tumore mammario.

Talvolta  accarezzando o anche solo guardando la regione ventrale della cagna si rinvengono delle masse più o meno grandi di forma rotondeggiante od irregolare, che in precedenza sembravano essere assenti. Generalmente si tratta di tumori della mammella, che rappresentano la neoplasia più comune della cagna non sterilizzata. Alcuni sono di natura benigna, altri maligna ovvero sono molto aggressivi e si infiltrano nei tessuti circostanti o metastatizzano verso altri organi.
Quali soggetti  sono più predisposti a sviluppare il tumore mammario?Le femmine non sterilizzate di mezza età rappresentano il campione più a rischio, con un’incidenza che va circa dai  5 ai 10-11 anni di età, benché occasionalmente anche soggetti di età diversa possano ammalarsi. Paradossalmente assai di rado può anche colpire i cani maschi (un’abbozzo di tessuto mammario è presente anche nei soggetti maschi)  ma in questo caso è generalmente assai maligno e la prognosi non è buona. Il tumore mammario è favorito dalla presenza di ormoni sessuali quali gli estrogeni ed il progesterone, pertanto la prevenzione  si ottiene sterilizzando le cagne, mediante ovaioisterectomia il più precocemente possibile, considerando che intervenendo  prima del primo calore la prevenzione sarà massima, a decrescere con i calori successivi. Abbiamo già accennato come i tumori mammari possano essere benigni  o maligni, e benché alcune caratteristiche morfologiche possano indirizzare verso una diagnosi di malignità, ad esempio le dimensioni, l’aderenza ai tessuti circostanti ed ai piani profondi, la rapidità di crescita e la presenza di ulcere, la certezza diagnostica si ottiene mediante esame istopatologico. I tumori maligni inoltre tendono ad essere poco suscettibili ai cicli ormonali, mentre quelli benigni sembrerebbero più attivi durante il periodo estrale della cagna. I tumori benigni normalmente si presentano a crescita moderata, sono piccoli e rotondeggianti. I tumori maligni diffondono in senso caudale verso il linfonodo inguinale e cranialmente verso il linfonodo ascellare, in relazione a quale mammella è coinvolta, coinvolgendo le mammelle intermedie, il linfonodo ed in ultima analisi si localizzano verso gli organi interni, soprattutto il polmone.  In questi casi la prognosi è sfavorevole. La terapia    prevede sempre la rimozione chirurgica dei tumori, e la precocità di questo intervento spesso porta a risultati molto positivi. Il grado di escissione dipende dalla localizzazione del tumore e dal fatto se più noduli siano presenti su diverse mammelle o meno. In generale una chirurgia radicale è preferibile. Per fortuna i linfatici ed i linfonodi sono esterni al piano muscolare, pertanto l’intervento è meno invasivo rispetto all’equivalente nella donna. D’abitudine è buona norma abbinare la sterilizzazione alla mastectomia. La chemioterapia e la radioterapia al momento non hanno praticamente utilità.
Per concludere, la prevenzione migliore è la sterilizzazione mediante  rimozione delle ovaie prima del primo calore o poco dopo questo, e comunque in caso si rinvenissero masse sospette consultare il veterinario per farle rimuovere al più presto, evitando assolutamente l’atteggiamento “attendo e vedo se cresce”.

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