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CONDRODISPLASIA


Per alcuni anni allevatori di Alaskan Malamute in Canada e Stati Uniti, erano consapevoli di cucciolate occasionali in cui nacquero cuccioli deformi o "nani". Ma non prima degli anni '70 questo disturbo fu definitivamente catalogato come un problema genetico. All'inizio questi cani erano noti come "nani" a causa della loro taglia. Questo termine generò notevole confusione col nanismo trovato nel bestiame bovino di Hereford. Quindi un altro nome fu coniato: Condrodisplasia. Comunque questo disturbo è abbastanza raro.

La Condrodisplasia è un disturbo scheletrico e genetico-recessivo che colpisce soprattutto le ossa lunghe del corpo, molto ben visibile sulle zampe anteriori. Questa malattia colpisce gli Alaskan Malamute di pura razza. L'AMCA (Alaskan Malamute Club of America) offre una certificazione per i cani considerati esenti dal gene recessivo.


Ereditarietà
La Condrodisplasia è considerata come un semplice tratto recessivo somatico. L'ereditarietà fu determinata accoppiando tutte le combinazioni possibili di cani affetti fino a che un totale di 114 cuccioli furono prodotti. L'identificazione di Condrodisplasia come un semplice tratto recessivo ha condotto ad una catalogazione del Malamute in tre genotipi distinti:
  • Omozigoti dominanti - gene esente (simbolo +/+)
  • Eterozigoti - gene recessivo (simbolo +/dan)
  • Omozigoti recessivi - condrodisplatico (simbolo dan/dan).
Il termine "dan" deriva dall'inglese "dwarfism anemia" (anemia del nanismo):
d = nanismo
an = anemia.

Fenotipo 
Il Malamute condrodisplatico espone gradi diversi di caratteristiche  fenotipiche.
  • Arti anteriori eccessivamente accorciati con vari gradi di curvatura e deformità, specialmente del raggio e dell'ulna.
  • Spina dorsale che si inclina notevolmente dal bacino in giù.
Alcuni Malamute condrodisplatici visualizzano un severo grado di deformità mentre altri non visualizzano alcuna caratteristica visibile. È importante notare che il genotipo recessivo non visualizza caratteristiche fisiche, il cane ha un aspetto completamente normale.

Esame radiografico
I cuccioli affetti da Condrodisplasia, a dodici settimane d'età, sono prontamente identificabili attraverso esame radiografico della giuntura carpale. La condizione è molto visibile sull'ulna. In un cucciolo normale l'ulna appare sagomata ed uniformemente opaca, con sviluppo dell'osso normale e costante. Nel cucciolo affetto da Condrodisplasia l'ulna è distintamente appiattita ed irregolare.
Dopo dodici settimane d'età la giuntura comincia a cambiare. Alcuni adulti condrodisplatici radiografati visualizzano un'ossificazione relativamente normale. Quindi la radiografa non dovrebbe essere considerata come una diagnosi definitiva dopo le dodici settimane d'età, la malattia è ben distinguibile, con esame radiografico, tra le cinque e dodici settimane d'età del cucciolo.

Aspetti biochimici
L'animale condrodisplatico ha un'anemia emolitica associata, ci sono molte anormalità nei globuli rossi. Il cane affetto da Condrodisplasia ha anche uno squilibrio minerale che può dare luogo ad una eccessiva accumulazione di rame nel fegato.
I portatori recessivi hanno le stesse anormalità dei globuli rossi come i condrodisplatici.

Esame del sangue
Come detto precedentemente, entro le dodici settimane d'età, la radiografia offre una diagnosi precisa e sicura della giuntura carpale. Per diagnosticare un soggetto di età maggiore a dodici settimane è necessario analizzarne il sangue.
Il "nanismo" non colpisce soltanto gli arti anteriori. C'è un'anemia emolitica associata ereditata che è caratterizzata da globuli rossi morfologicamente anormali noti come "stomatociti". Oltre agli stomatociti, l'anemia è caratterizzata dall'aumento di grandezza dei globuli rossi (MCV), la cattiva concentrazione di emoglobina corpuscolare decresciuta (MCHC), ed un normale ammontare di emoglobina di globuli rossi (MCH). Il contenuto di sodio dei globuli rossi aumenta mentre la percentuale di solidi diminuisce.
Le seguenti tavole mostrano alcuni lavori fatti dalla Dott.ssa Sheilah Fletch. Queste tavole furono originariamente pubblicate nel giornale American Animal Hospital Association.
La prima tavola mostra tre parametri di sangue (MCHC, MCV, e MCH) per i tre fenotipi dell'Alaskan Malamute, vale a dire sano, portatore, e condrodisplatico. La seconda tavola mostra gli stessi tre parametri di sangue per tre noti soggetti affetti da Condrodisplasia (Cammeo, Munchkin, e Duca).

 

SANO
PORTATORE
CONDRODISPLATICO
MCHC
33.1 - 37.1
32.3 - 35.5
24.6 - 27.2
MCV
65.9 - 69.9
69.5 - 74.5
91.8 - 100.2
MCH
22.5 - 24.9
23.0 - 25.4
23.4 - 26.4




CAMEO
MUNCHKIN
DUKE
MCHC
25.0
27.1
26.7
MCV
93.2
97.0
93.8
MCH
23.3
22.5
25.0



Test - selezione
L'AMCA (Alaskan Malamute Club of America) preparò un programma di controllo per indirizzare il problema della Condrodisplasia nell'Alaskan Malamute. Fu fatta una cernita iniziale dall'analisi dei pedigree.
Usando il pedigree del cane, fu compiuta un'analisi statistica basata sul numero di antenati riconosciuti come portatori o connessi a portatori noti. L'analisi produsse un numero espresso in percentuale. Questa percentuale rappresentò l'opportunità di riconoscere cani portatori del gene recessivo, basata sulla conformazione degli antenati. Se la percentuale era del 6.25%, il soggetto veniva inserito nella categoria "sospetto" o "potenziale". Se l'analisi del pedigree avesse riconosciuto un soggetto come "sospetto" o "potenziale", furono fatte due raccomandazioni al proprietario:
  • Escludere il soggetto dalla riproduzione e preferibilmente procedere con la sterilizzazione.
  • Escludere il soggetto dalla riproduzione finché, a scopi di ricerca scientifica, non ci fosse stata la possibilità di accoppiarlo con un cane affetto o portatore del gene recessivo.
Un altro metodo d'esame, basato sull'esame del sangue, ha avuto un'utilizzazione limitata. Fu considerato superiore all'analisi del pedigree ma non buono come test di selezione.
  
REFERENZE

1. Subden RE, Fletch SM, Smart ME, Brown RG - "Genetics of the Alaskan Malamute Chondrodysplasia Syndrome" - Journal of Heredity 63:149,1972.

2. Sande RD, Alexander JE, Padgett GA - "Dwarfism in the Alaskan Malamute: Its Radiographic Pathogenesis" - Journal of the American Veterinary Radiology Society, 15, 1974. Sande RD, Pennock PW, Burt JK - Personal correspondence, 1978.

3. Sande RD - Personal correspondence, 1978.

4. Pinkerton PH, Fletch SM - "Inherited Haemolytic Anaemia With Dwarfism in the Dog" - Blood, 40:963,1972. Pinkerton PH, Fletch SM, Bruckner PJ, Miller DR - "Hereditary Somtatocytosis With Hemolytic Anemia in the Dog" - Blood, 44:557,1974.

5. Brown RG, Hoag GN, Subden RE, Smart ME - "Alaskan Malamute Chondrodysplasia I - V" - Growth, Vol 41, 1977.

6. Fletch SM, Pinkerton PH, Bruckner PJ - "The Alaskan Malamute Chondrodysplasia (Dwarfism - Anemia) Syndrome in Review" - Journal of the American Animal Hospital Association, Vol 2 No. 3, 353-361,1975.

7. Bourns TKR, Dodd HM, Dowdy LM, Lucus AJ, Pearson DS - "The Master Plan for Control and Elimination of the Condition Known as Dwarfism" - Alaskan Malamute Club of America Newsletter, November 1971.

8. Sande RD, Pennock PW, Burt JK - Personal correspondence, 1978.

9. Schmidt JE - "Tubal Ligation and Vasectomy" - Brochure available from the Alaskan Malamute Club of America - Online at Tubal Ligation and Vasectomy". Rice DF, Dewell CG - "Sterilization of Nursing Puppies" - Modern Veterinary Practice (Clinical Reports), Vol. 57, No. 10, Oct. 1976.

10. Fletch, SM - Personal correspondence, 1976-1977.



Ringraziamenti
"Nori", caso grave di Condrodisplasia - Foto di Bill Francis.
Radiografie soggetti condrodisplatici e fenotipi normali cortesemente offerti dal Dipartimento di Radiologia, Ohio State University.
Un ringraziamento particolare al Minnesota Malamute Club (
www.minnesotamalamuteclub.com) che ci ha dato la possibilità di usare questo importante materiale.

Santuario di Miralta - Moncrivello (VC) - Marzo 2010


Il primo incontro di Simone, con quelli che saranno ben presto i suoi compagni in uscite di dogtrekking, avviene nel mese di Marzo 2010, a soli 9 mesi di età. L'incontro con Kimook e Luke avviene quasi per caso proprio in provincia di Vercelli, grazie alla gentilezza ed alla tenacia dei loro proprietari Grazia & Ivan (Kimook), Christian & Luisa (Luke), che cercarono quell'incontro dopo una serie di fortuiti ed imprevedibili rinvii. Quell'incontro fu la premessa per la creazione di un affiatato gruppo di amici a due e quattro zampe che quando possibile si ritrova per piacevoli giornate di dogtrekking. Simone e tutta la sua famiglia non dimenticherà mai quell'incontro...

ALASKAN MALAMUTE: LO STANDARD

ASPETTO GENERALE: l’Alaskan Malamute, uno dei più antichi cani da slitta Artici, è un cane potente e robusto con un torace profondo e corpo forte e muscoloso. Il Malamute sta ben diritto sulle zampe e questa posizione gli conferisce un aspetto molto attivo ed un portamento fiero, con testa eretta ed occhi attenti e vigili che mostrano interesse e curiosità. La testa è ampia. Le orecchie sono triangolari ed erette quando è in attenzione. Il muso è voluminoso, con una leggera diminuzione nella larghezza dall’attaccatura al tartufo. Il muso non è appuntito o lungo, ma neppure tozzo. Il mantello è folto, con un robusto pelo di guardia di lunghezza sufficiente a proteggere un sottopelo lanoso. I Malamute sono di vari colori. Le figurazioni della testa sono una caratteristica che li distingue. Queste consistono in una calotta sul capo, il volto tutto bianco o contrassegnato da una barra e/o una maschera. La coda è ben fornita di pelo, portata sul dorso, e ha l’aspetto di una piuma ondeggiante. Il Malamute deve essere un cane con un'ossatura pesante, con zampe solide, buoni piedi, torace profondo e spalle potenti, ed avere tutti gli altri attributi fisici necessari ad un’esecuzione efficiente del suo lavoro. La falcata deve essere regolare, bilanciata, senza sforzo e pienamente efficiente. Non è da considerare un cane da slitta per competizioni di velocità. Il Malamute è strutturato per la forza e la resistenza ed ogni caratteristica del singolo esemplare, incluso il temperamento, che interferisce con il raggiungimento di questa finalità dev’essere considerata il più serio dei difetti.
TAGLIA, PROPORZIONI, SOSTANZA: c'è una naturale oscillazione di taglia nella razza. Le taglie desiderabili per il traino sono: maschi 25 pollici (63.5 cm) al garrese, 85 libbre (38.25 Kg); femmine 23 pollici (58.4 cm) al garrese, 75 libbre (33.75 Kg). Comunque, considerazioni sulla taglia non dovrebbero essere anteposte al tipo, alle proporzioni, al movimento ed agli altri attributi funzionali. Quando i cani sono giudicati uguali per tipo, proporzioni, movimento, il cane più vicino alla taglia desiderabile per il traino dev’essere preferito. La profondità del torace è approssimativamente metà dell’altezza del cane alle spalle, il punto più profondo è appena dietro le zampe anteriori. La lunghezza del corpo dall'estremità della spalla al punto posteriore del bacino è più lunga dell'altezza del corpo da terra alla cima del garrese. Il corpo non ha eccesso di peso e l’ossatura è in proporzione alla taglia.
SimoneG&GDeBeauvoire
TESTA: La testa è larga e profonda, non grossolana o sgraziata, ma in proporzione alla taglia del cane. L’espressione è dolce ed indica una disposizione affettuosa. Gli occhi sono posti obliquamente sul cranio. Gli occhi sono marroni, a forma di mandorla e di media grandezza. Gli occhi scuri sono preferiti. Gli occhi blu sono un difetto da squalifica. Le orecchie sono di media grandezza, ma piccole in proporzione alla testa. Le orecchie sono di forma triangolare e leggermente arrotondate sulle punte. Sono posizionate ben distanziate sui margini esterni del cranio, in linea con l’angolo superiore degli occhi, dando l’impressione, quando erette, di scostarsi dal cranio. Le orecchie erette puntano lievemente in avanti, ma quando il cane è al lavoro, talvolta sono piegate contro il cranio. L’attaccatura alta delle orecchie è un difetto. Il Cranio è ampio e moderatamente arrotondato tra le orecchie, gradualmente si restringe e si appiattisce sulla sommità come si avvicina agli occhi, l’arrotondarsi diminuisce avvicinandosi alle guance che sono moderatamente piatte. C’è un lieve solco tra gli occhi. Il segmento superiore del cranio e quello del muso mostrano, dove si avvicinano, un lieve abbassamento rispetto ad una linea retta. Il muso è grande e voluminoso in proporzione alle dimensioni del cranio, diminuendo leggermente in larghezza e profondità dall’attaccatura con il cranio al naso. Con tutti i colori del mantello, ad eccezione del rosso, la pigmentazione del naso, delle labbra, e dei bordi degli occhi è nera. Il marrone è permesso nei cani rossi. E’ accettabile il "naso di neve", striato più chiaro. Le labbra chiudono perfettamente. Mascella e mandibola sono larghe con grandi denti. Gli incisivi si incontrano con una chiusura a forbice. Prognatismo o enognatismo sono un difetto.
COLLO, LINEA DORSALE, CORPO: Il collo è forte e moderatamente arcuato. Il torace è ben sviluppato. Il corpo è compatto ma non troppo corto. La schiena è diritta e leggermente inclinata verso le anche. Le reni sono robuste e muscolose. Reni lunghe che possono indebolire la schiena sono un difetto. La coda ha un’angolazione modesta e segue, alla base, la linea della spina dorsale. E’ portata sulla schiena quando il cane non lavora. Non è una coda che cade verso il basso o arrotolata stretta contro il dorso e non ha neppure il pelo corto come una coda di volpe. La coda del Malamute è ben fornita di pelo ed ha l’aspetto di una piuma ondeggiante.
ANTERIORI: Le spalle sono moderatamente inclinate; zampe anteriori con ossatura robusta e muscolose, diritte fino ai metacarpi quando sono viste di fronte. I metacarpi sono corti e forti e leggermente inclinati quando sono visti di lato. I piedi sono del tipo racchetta da neve, con dita strette e profonde, cuscinetti ben imbottiti che conferiscono un aspetto solido e compatto. I piedi sono grandi, dita strettamente combacianti e ben arcuate. C’è una crescita di pelo protettivo fra le dita. I cuscinetti sono spessi e robusti; le unghie corte e forti.
POSTERIORI: Le zampe posteriori sono grandi e hanno cosce di muscolatura pesante; grasselle moderatamente piegate; i garretti sono moderatamente piegati e ben in appiombo. Quando sono viste da dietro, le zampe sono posizionate e si muovono precisamente in linea con le zampe anteriori, non troppo vicine o troppo aperte. Gli speroni alle zampe posteriori sono indesiderabili e dovrebbero essere rimossi subito dopo la nascita dei cuccioli.
PELO: Il Malamute ha un pelo di guardia folto e robusto, mai lungo e soffice: Il sottopelo è denso, da uno a due pollici (2.54 - 5.8 cm) di lunghezza, oleoso e lanoso. La lunghezza del pelo di guardia dipende da quella del sottopelo. Il pelo è relativamente corto o di media lunghezza lungo i lati del corpo, con un aumento della lunghezza attorno alle spalle e al collo, lungo la schiena, sulla groppa, i posteriori e la coda. Solitamente i Malamute hanno un pelo più corto e meno denso durante i mesi estivi. Il Malamute è presentato com’è in natura. Il taglio del pelo non è accettabile, eccetto che per dare un aspetto ordinato al piede.
COLORE: I colori variano dal grigio chiaro, attraverso sfumature intermedie, al nero, al sabbia, e attraverso sfumature di color sabbia, al rosso. Combinazioni di colori sono accettabili nel sottopelo, in punti e contorni. L’unico colore singolo ammesso è il bianco. Il bianco è sempre il colore predominante nella parte inferiore del corpo, parti delle zampe, piedi e parte della maschera del viso. Una fiamma bianca sulla fronte e/o un collare o una macchia sulla nuca è attraente ed accettabile. I Malamute pezzati e con colori rotti estesi sul corpo o con macchie irregolari sono indesiderabili.
ANDATURA: La falcata del Malamute è regolare, bilanciata e potente. Il Malamute è agile per la sua taglia e struttura. Quando visto di lato, i posteriori mostrano una forte spinta, che è trasmessa mediante reni muscolose alle zampe anteriori. Gli anteriori ricevono la spinta dal posteriore estendendosi in avanti in modo fluido. Quando è visto di fronte o dal retro, le zampe muovono su una linea, non troppo chiuse o troppo aperte. Nel trotto veloce, i piedi convergeranno verso la linea centrale del corpo. Una falcata ondeggiante o qualsiasi movimento che non sia assolutamente efficiente e fluido saranno penalizzati.
TEMPERAMENTO: L’Alaskan Malamute è un cane affettuoso, amichevole, non un cane “di una sola persona”. È un compagno fedele, devoto, allegro se invitato, ma che generalmente sorprende per il suo atteggiamento dignitoso raggiunta la maturità.
SOMMARIO IMPORTANTE: nel giudicare i Malamute, deve essere tenuta in considerazione sopra ogni altra cosa la loro funzione di cani da slitta per carichi pesanti nell’Artico. Il grado di penalizzazione dovrebbe dipendere da quanto il cane devia dalla descrizione del Malamute ideale e da quanto un particolare difetto effettivamente condiziona la capacità del cane di lavorare. Le zampe del Malamute devono suggerire un'insolita forza ed una straordinaria capacità di spinta. Ogni indicazione di non solidità delle zampe e dei piedi, anteriori e posteriori, da fermo o in movimento, deve essere considerata un grave difetto. Difetti, sotto questo aspetto, sarebbero piedi piatti, valgismo dei garretti, speroni, spalle diritte, mancanza di angolazioni, andatura ondeggiante (od ogni andatura che non sia bilanciata, forte e regolare), eccessiva lunghezza, debolezza, pesantezza, leggerezza di ossatura, e scarse proporzioni complessive.
SQUALIFICA: Occhi blu.

Il nostro cane: Gli organi di senso




Il mondo del cane è un mondo fatto, prima di tutto, di ODORI.
Un cane può essere sordo, cieco o senza un arto e la sua vita sarà pressoché normale, un cane che ha perso per qualsiasi motivo il suo fiuto, sarà un essere menomato.
Gli odori svelano al cane il mondo che lo circonda, gli fanno capire ciò che è stato e ciò che potrebbe essere.
Per un cane annusare un marciapiede è come per un umano leggere un giornale, attraverso le tracce lasciate egli capisce cosa lo circonda: se è un posto nuovo, se ci sono cani in giro o ci sono stati, se altri umani, oltre al suo padrone, sono passati di lì, se c’è un giardino vicino dove poter sporcare, se ci sono altri animali nei paraggi.
Egli è in grado di creare delle proprie categorie attraverso l’olfatto: il suo odore, quello della sua casa, quello di altri umani, quello di altri cani, quello dei gatti, quello del cibo, ecc………
L’acume olfattivo che lo accomuna ha molti degli animali selvatici, si è sviluppato proprio perché indispensabile per la sopravvivenza: il lupo (dal quale il cane deriva) grazie al suo fiuto individua le prede, anche molto lontane, e sa tracciarne gli spostamenti.
L’olfatto guida e governa anche la vita sociale del cane: grazie hai feromoni, lasciati dagli altri membri della sua specie, egli è in grado di capire i vari gradi sociali degli altri, se le femmine sono in estro, se c’è un pericolo imminente, se è possibile ingaggiare una lite.
Gli ambulatori veterinari, per i cani, è come se fossero “tappezzati” di volantini dove c’è scritto “sono stato qui ed ho avuto paura”, “questo posto è pericoloso” ecc………
Per questo i proprietari dovrebbero capire:

  • quanto è importante l’annusare, senza tirare i guinzagli perché il cane si è trattenuto troppo all’angolo di una strada (a noi non piace essere interrotti durante una lettura particolarmente avvincente o piacevole)
     
  • quanto è importante l’esplorare posti nuovi, smettendo di pensare che il giardino di casa sia già abbastanza (a noi non piacerebbe leggere ogni giorno lo stesso quotidiano)
     

La VISTA del cane è diacromatica: il cane percepisce bene il colore blu e giallo; gli altri colori sono sfumature di questi due. E’ un po’ come se noi umani vedessimo solo bianco e nero, il resto dello spettro dei colori sarebbe percepito come varie sfumature di grigio.
Non è vero quindi che i cani vedono in bianco e nero: percepiscono bene blu e giallo, il resto sono sfumature di questi.
E’ vero invece che la visione diventa migliore con una luce bassa o soffusa (questo perché nell’occhio canino sono presenti in numero maggiore i bastoncelli a scapito dei coni).
L’occhio laterale da la possibilità all’animale di avere un campo visivo più ampio del nostro, a scapito però della visione binoculare (appartenete alla razza umana).
SimoneG&GDeBeauvoire ad un anno
I cani hanno una scarsa risoluzione dei dettagli, mentre riescono molto bene a vedere oggetti in movimento anche ad elevate distanze.

L’UDITO del cane è molto più sviluppato del nostro, tanto che l’animale riesce a sentire suoni (ultrasuoni) che noi non percepiamo. Per questa sua caratteristica egli è usato come guardiano. Una piccola stimolazione uditiva può per lui essere già abbastanza per intimarlo all’attenzione.
Attraverso l’udito il cane è capace di codificare la comunicare con i membri della sua specie.
Anche la taglia influenza questo aspetto: i cani piccoli di solito sono più stimolati dal rumore e per questo reagiscono abbaiando, come delle vere e proprie sentinelle; mentre i cani di grossa mole tendono ad essere meno “rumorosi”, ma più portati alla difesa del territorio.
Usando l’abbaio, l’ululato, il ringhio, l’uggiolio e altre sfumature di vocalizzo importanti egli è in grado di comunicare anche con la nostra specie.
L’abbaio serve soprattutto per allertare, difendere il territorio, identificare, sollecitare il gioco, richiedere attenzione. Questo tipo di vocalizzo è molto soggetto a variazioni riconducibili al cane e ad i rituali che mette in pratica con il suo padrone.
L’ululato serve per mantenere un territorio, localizzare, riconoscersi, coordinare delle attività. Questo tipo di vocalizzazione è più presente degli esemplari allo stato selvatico che non nei cani di casa, anche se alcune razze mantengono l’ululato come comunicazione (es. pastore maremmano, siberian husky, malamute, pastore cecoslovacco, pastore di sarlos).
Il ringhio serve come minaccia aggressiva o di difesa, tranne che nella razza dalmata in cui il mostrare i denti è associato con un aspetto piacevole e ludico (è in uso tra gli umani dire infatti che i dalmata “sorridono”).
L’uggiolio indica spesso dolore, sottomissione, richiesta d’attenzione. Il significato di questo vocalizzo varia molto se a praticarlo è un cucciolo o un adulto: di solito i cuccioli lo praticano più di frequente per chiedere attenzione materna ed umana, mentre cani adulti per esprimere dolore.

Il senso del TATTO è usato dal cane in misura minore, rispetto agli altri sensi. Possiamo immaginare che, come noi usiamo le mani per esplorare e capire il mondo, i cani usino il muso per farsi un idea di ciò che hanno davanti.
Per capire se una pallina è morbida, liscia o dura il cane, invece di prenderla in mano come faremmo noi, la spinge col muso, la pesta con una zampa.
Il pelo veicola il senso del tatto nel cane: egli ha peli speciali (vibrisse, i peli che ha sul muso, tragi, peli dell’orecchio, ciglia) con una maggiore innervazione ed apporto sanguigno che permettono all’animale di captare il mondo circostante.

Il cervello
Quello che più differenzia il cervello umano da quello del cane è la modesta quantità di massa grigia dell’animale rispetto a quella contenuta nella scatola cranica umana.
Gran parte del cervello del cane riguarda l’attività sensoriale e di riconoscimento, mentre molto poco di esso è usato per l’associazione di idee. Il sistema libico, che governa la sfera del sonno, è in questa specie, ben sviluppato come nella nostra: ciò determina la capacità anche nel cane di sognare e rilassarsi attraverso l’attività cerebrale delle onde beta.
Una cosa curiosa ed interessante è il fatto, che nel cervello del cane, la zona responsabile del senso dell’olfatto abbia un numero di cellule nervose 40 volte superiore a quelle presenti nella stessa zona del cervello umano.
Per capire quanto, ma soprattutto come, è intelligente il cane non basta avere delle nozioni sul funzionamento neurologico del suo cervello. Egli non sarà in grado di capire concetti astratti, ma è sicuramente in grado di fare delle associazioni, tramite le quali apprende.
Il cane apprende tramite le associazioni ed i rinforzi positivi: un esempio storico è quello del cane di Pavlov.
E’ importante sapere anche che i cani non associano eventi separati nel tempo.
Queste sono nozioni FONDAMENTALI soprattutto quando l’uomo si trova a dover insegnare qualcosa all’animale o a sgridarlo.
Per questo i proprietari dovrebbero ricordare sempre che:

  • non serve a nulla sgridare il cane dopo che egli ha messo in pratica un comportamento a noi sgradito, o lo si trova sul fatto o si indurrà in lui solo un senso di paura nei nostri confronti
     
  • solo il rinforzo positivo è educativo per il cane

Alaskan Malamute : Intelligente o Scaltro ?

(...) Una delle motivazioni che mi spingono ad essere un appassionato di Malamute in particolare (...) è senz'altro la "semplice complessità" del loro meraviglioso carattere. Semplici quando si pensa che ogni loro azione è regolata dalle ferree leggi del branco ed al tempo stesso complessi se ci fermiamo ad osservare la determinazione dei gradi sociali del branco stesso con sfaccettature che solo l’occhio esperto coglie. E per branco ovviamente intendo anche la famiglia “bipede” adottiva.Credo che una delle cose che più mi danno fastidio quando mi capita è quella di sentire ancora oggi parlare dei nordici e dei Malamute come cani testoni, stupidi e non addestrabili , perché non intelligenti. A tal proposito mi sono chiesto perché un cane è considerabile intelligente ai più solo se fa quello che fanno Rex e Lassie in Tv oppure se è in grado di fare l’agility o se protegge il padrone etc. . Non vorrei antropomorfizzare, ma in fondo Einstein e ad esempio Picasso erano due geni “NEL LORO GENERE”. Ma allora perché un cane deve essere considerato intelligente solo se riporta per dieci volte la pallina, se dimostra una obbedienza cieca ed incondizionata, facilmente addestrabile (o forse meglio dire condizionabile), il cosiddetto cane bravo? Non si confonde l’intelligenza con l’addestrabilità ? Anche nei cani esistono diversi tipi di Intelligenza , come sono ben descritti secondo me da Stanley Coren, docente psicologo ed addestratore cinofilo rinomato, nel suo libro intitolato “L’intelligenza dei cani” (Mondadori). In fondo le “diverse” razze sono state selezionate dall’uomo per essere “adatte” agli scopi immaginati (ma allora se ci sono razze considerabili stupide sarebbe giusto chiederne conto a chi le ha così selezionate !!) . Coren definisce essenzialmente tre differenti tipi di intelligenza : “adattiva” , “ubbiditiva” (o lavorativa), “istintiva” .
-SimoneG&GDeBeauvoire a 6 mesi-
Riassumendo ,
l’intelligenza adattiva è quella che consente al cane di adeguarsi all’ambiente che lo circonda , ad interagire con esso nel miglior modo possibile , senza l’intervento dell’uomo, nel saper decidere e risolvere autonomamente problemi di vario genere, superare ostacoli ed elaborare comportamenti utili in una specifica situazione.
I Malamutes ed i nordici in genere in questo sono fortissimi come il loro progenitore lupo sulla cui adattabilità all’ambiente circostante non si può discutere. Per fare qualche esempio, se fate rotolare una pallina od un biscotto sotto un mobile molto basso (ostacolo) vedrete che il Vostro Mal in pochi secondi troverà la soluzione infilando una zampa e recuperando l’oggetto desiderato ; idem se lo nascondete sotto a qualcosa: dopo qualche secondo , vedendovi inattivi , scoperchierà il maltolto e se lo mangerà. Aprire recinti tirando il cancello con i denti ?? No problem , etc etc!! La dura legge della sopravvivenza gli ha insegnato ad essere scaltro.
L’intelligenza ubbiditiva o lavorativa è invece quella che permette più o meno ad un cane di apprendere comandi vocali , segnali , nel imparare compiti ed esercizi di vario genere ; nel valutare questa capacità bisogna ovviamente tenere conto del maggior o minor desiderio che il cane mette nell’esecuzione.
In questo mi ritorna in mente la mia maestra: “potrebbe dare di più ma non si applica”. In effetti il Malamute impara velocemente cosa vorremmo da lui, il significato delle parole e dei comandi, ma li esegue solo se ci vede un fine altrimenti è una imperdonabile perdita di energie od ancor peggio una gratuita dimostrazione di sottomissione.
Un Malamute soppesa tutto quello che gli si chiede e come glielo si chiede, pertanto è difficile insegnargli esercizi ripetitivi ad esempio di riporto, mentre è relativamente facile insegnargli ad esempio a cercarci visto che non si separerebbe mai dal proprio capo branco .
E’ un cane indipendente e troverà più logico rincorrere la pallina per mangiarsela piuttosto che per riportarcela etc. etc..
L’intelligenza istintiva è quella invece che comprende tutte le capacità ed i comportamenti che fanno parte della specificità genetica. Ed è quest’ultima dove ha avuto per le varie razze l’impatto più o meno evidente della selezione dell’uomo.
Il Malamute è una razza fiera ed intatta per tanti tratti sia caratteriali che morfologici , selezionato dalla spietatezza dell’ambiente originario prima ancora che dall’uomo. Ovvio che ne risultasse un cane estremamente in gamba nel risolvere problemi , dalla grande memoria, dignità , intuito e scaltrezza. Altrettanto ovvio il fatto che siano molto meno condizionabili di altre razze con una maggior dipendenza affettiva nei confronti del padrone su cui far leva . .
Coren definisce molto bene anche l’importanza della personalità del cane in relazione alla più o meno addestrabilità ed al più o meno elevato desiderio/bisogno di compiacere al proprio padrone eseguendo tutto ciò che gli si chiede . Grande importanza riveste il rapporto che si instaura tra cane e uomo: un padrone autoritario e non rispettoso della dignità dei malamute non potrà che ritenere questi cani dei testoni, così come a noi appassionati il testone ci sembrerà lui.
In conclusione,
è giusto dunque fare classifiche sulla intelligenza delle razze canine ? Non è più giusto parlare di intelligenza intra-razziale , così come di bellezza funzionale ? Ad un ammiratore di Malamutes piaceranno sicuramente le sue doti adattivespecifiche che gli permettono di essere uno splendido e fiero lavoratore di mute per il traino della slitta o più semplicemente un leale compagno per scelta e non per necessità. Certo è che essere amati e rispettati da un Malamute ha un sapore del tutto particolare.
(...)
Lucchesi Andrea

PRIME FASI DI VITA DEL CANE: SVILUPPO COMPORTAMENTALE



I primi tre mesi di vita del cane sono i più importanti e delicati per lo sviluppo corretto del suo comportamento.
Ciò che avviene in questo periodo è decisivo e talvolta irreversibile: ecco perché è importante conoscere e studiare questo periodo della vita di un cane. Se ne tenessimo conto, una grande percentuale di cani con comportamenti inadeguati non esisterebbero. Cercheremo quindi di dare in questo articolo un’idea di questi principi, invitandovi a leggere e approfondire sui testi di etologia.
Il repertorio comportamentale si sviluppa secondo tappe ben precise, di pari passo con la progressione dello sviluppo neuro – sensorio dell’animale.
Numerosi studi hanno dimostrato quanto siano importanti le esperienze vissute nelle prime fasi di vita. Il più famoso di questi, al quale tutt’ora si fa riferimento è quello condotto al Roscoe B. Jackson Memorial Laboratory at Bar Harbor, Maine nell’ormai lontano 1945, da J.P.Scott e più tardi con la collaborazione di J. L. Fuller.                         .
Tra gli anni ’40 e ’50 John Paul Scott ed i suoi collaboratori
. esaminarono in laboratorio una colonia di cani durante le fasi dello sviluppo di comportamenti specifici. I soggetti vennero esaminati fin dalla nascita, le osservazioni comportamentali iniziarono a 3 settimane d’età.
L’obiettivo degli autori era di verificare l’ipotesi che esistesse un “periodo critico” e analizzare le risposte dei cuccioli a diversi stimoli durante tale periodo.
SimoneG&GDeBeauvoire a tre mesi
Le loro ricerche hanno dimostrato che i cani presentano delle specifiche fasi di sviluppo comportamentale. Ogni fase corrisponde ad uno stadio di maturazione fisica e psichica, durante la quale i cuccioli sviluppano il loro comportamento e rispondono in modo diverso agli stimoli.


Queste fasi sono molto delicate perché «Se l’animale non è esposto a stimoli appropriati durante questi periodi, potrà non sviluppare l’appropriato, o desiderato, repertorio comportamentale (…). Se non si consente ai cuccioli di confrontarsi con gli stimoli appropriati nei periodi in cui sono recettivi, i cani possono sviluppare problemi riferibili proprio ai suddetti periodi».


Una piccola esperienza oppure la totale mancanza di esperienza hanno un grande effetto sul comportamento successivo.
Successivamente M.Fox ed I. Dunbar hanno confermato quanto scoperto da Scott e Fuller.
Per questo motivo è importante conoscere le esigenze del cucciolo per prevenire future patologie.

I periodi indicati devono essere presi come riferimento, e non come valore assoluto. Ogni soggetto è differente dagli altri, esistendo differenze individuali, oltre che tra individui di razze e sesso differente, anche tra gli animali di una stessa cucciolata.




1)      Periodo prenatale





Gli esperimenti degli ultimi anni nel campo del comportamento del cane hanno evidenziato l’importanza della fase prenatale per il successivo sviluppo comportamentale del cane.


Uno studio portato a termine su cagne gestanti da 45 giorni, dimostra l’esistenza di interazioni, durante lo stato embrionale, tra la madre e i feti, tra i feti e l’ambiente esterno e tra i feti stessi:
1.      Madre – feto: quattro cagne in gestazione da 45 giorni sono sottoposte ad uno stress, per verificarne l’impatto sui feti. Lo stressor consiste in una detonazione con una pistola “scacciacani”. Le reazioni dei feti vengono monitorate con un ecografo, descrivendone la durata e la sequenza. I feti reagirono con una modificazione del loro stato, con movimenti di diversa natura e di durata variabile da 6 a 55 secondi. La durata di tali reazioni sembra essere correlata all’intensità di reazione della madre. L’esperimento dimostra che le reazioni emozionali della madre si ripercuotono sui feti.
2.      Feto – ambiente esterno: tre cagne in gestazione da 45 giorni subiscono, ogni giorno per 5 giorni, una palpazione delle corna uterine piuttosto sostenuta. I feti vengono monitorati mediante ecografia. Il primo giorno i feti reagiscono con una agitazione della durata di 30 secondi. Dal terzo giorno la reazione si attenua progressivamente, e dal quarto giorno scompare in quasi tutti i casi. L’esperimento dimostra una reazione precoce agli stimoli tattili e l’esistenza di un comportamento di abituazione nel feto. Questa capacità di abitudine sembra giocare un ruolo nello stabilire le future soglie di sensibilità tattile.
3.      Un’ultima questione dibattuta è quella relativa all’influenza feto – feto. Si ipotizza che, come è stato dimostrato nei bovini e nei roditori, si possa avere anche nel cane una androgenizzazione in utero. I feti possono essere esposti, tramite la madre, alle sostanze presenti nel sangue degli embrioni vicini e si possono verificare contaminazioni ormonali in utero. Questa tesi deve ancora essere dimostrata, ma potrebbe essere molto importante per comprendere alcune forme di aggressività nella femmina del cane
E’ indispensabile conoscere questi elementi, sia perché possono modificare profondamente alcuni principi di selezione nell’allevamento, sia perché la loro gestione costituisce già un punto essenziale nella profilassi di alcuni disturbi dello sviluppo.


2) Periodo neonatale: prima e seconda settimana di vita.


I cuccioli nascono ciechi e sordi, la loro sopravvivenza dipende completamente dalla madre. L’attività fondamentale è rappresentata dal sonno, di cui il 95% è sonno REM. Il tempo di veglia è quasi totalmente occupato dalle poppate.
Si assiste ad un rapido sviluppo del sistema nervoso e dei sensi, che verrà completato nel successivo periodo di transizione.
I cuccioli mostrano una serie di riflessi spontanei: il riflesso di stimolazione alla respirazione, il riflesso perineale ed il riflesso labiale.
Riflesso labiale: appena sentono il capezzolo, scatta il riflesso di suzione che permette loro di alimentarsi e sopravvivere.
Riflesso di stimolazione alla respirazione: la madre stimola il loro primo respiro leccandoli nella zona ombelico-genitale (attenzione quindi a questa fase nel caso in cui la cagna sia al primo parto e non sappia comportarsi correttamente).
Riflesso perineale: Essendo ancora immaturi dal punto di vista sensoriale, la sopravvivenza dei cuccioli dipende completamente dalla madre che deve stimolarli nella zona genitale affinché essi eliminino feci ed urina (se i cuccioli sono orfani dovrà eseguirlo l’uomo o i piccoli moriranno). Proprio il fatto che la madre li capovolga  a pancia all’aria e li lecchi per stimolarli, insegna al cane a utilizzare da adulto il comportamento di “sottomissione passiva” a pancia all’aria, indispensabile per comunicare la propria sottomissione resa e, quindi, inibire nell’altro l’aggressività.
SimoneG&GDeBeauvoire a 4 mesi

Un cane che da cucciolo non venga stimolato a posizione supina, magari perché allevato in modo non corretto dall’uomo,  non attuerà la sottomissione passiva e avrà, in seguito, grandi difficoltà a relazionarsi con i propri simili, come dimostra un interessante studio su cuccioli di Bassotto Tedesco.


I neonati non possono mantenere la temperatura corporea e sono ammucchiati gli uni sugli altri ed è probabile che le stimolazioni tattili che causano questi contatti giochino un ruolo fondamentale nella maturazione sensoriale. I cuccioli orfani fin da tenera età sviluppano molto frequentemente reazioni di fastidio e di aggressività da irritazione se manipolati dalle persone, che spesso riportano segni sulle mani e le braccia.
In questa fase “l’assenza di determinati stimoli può causare alterazioni funzionali nell’adulto. L’ambiente influenza fortemente la formazione delle interconnessioni neurali. La sinaptogenesi inizia già a livello embrionale, ma in questo periodo dello sviluppo essa è fortemente influenzata dagli stimoli esterni.
Solo le connessioni interneurali che sono state stimolate si manterranno nel tempo. Ciascun circuito neuronale ha un “periodo critico”: se in questo periodo viene stimolata, la sinapsi si rinforza e stabilizza, ma se le stimolazioni non avvengono allora si osservano delle anomalie nel sistema neurale dell’individuo. Solo le interconnessioni neurali stimolate verranno quindi mantenute, mentre le altre degenerano. Questo fenomeno è assai importante e prosegue fino al periodo di socializzazione.
Per quel che concerne le capacità di apprendimento, pare che i cuccioli abbiano una certa capacità discriminativa e manifestino, già in queste prime settimane di vita, il comportamento di evitamento. Essi reagiscono ai rinforzi positivi, importanti al fine dell’apprendimento. I rinforzi che i cuccioli percepiscono come tali sono il latte, ma, ancora di più, lo sono il contatto con il pelo ed il calore della madre.
Si è dimostrato che, contrariamente a quanto molti credevano, un leggero stress e la manipolazione precoce dei cuccioli in da parte dell’uomo hanno un effetto benefico sullo sviluppo del cane. Questo non significa che bisogna disturbare i piccoli e prenderli in braccio, ma che è bene avere ogni tanto dei contatti con loro, parlare dolcemente e toccarli lievemente (senza solverli). E’ importante non lasciare completamente isolati madre e cuccioli come alcuni allevatori credevano opportuno.
3) Periodo di transizione: terza settimana di vita
Durante il periodo di transizione, che si situa nella terza settimana di vita, si assiste ad uno sviluppo fisico e nervoso molto rapido caratterizzato dall’acquisizione degli ultimi elementi sensoriali.
Esso inizia con l’apertura degli occhi e si conclude con la comparsa dell’udito, coincide cioè con la fine dello sviluppo della corteccia cerebrale. Si assiste al passaggio al comportamento eliminatorio  normale, senza che la madre li debba stimolare. Alcuni soggetti già a 12 giorni di vita cominciano a reggersi sulle zampe.
Proprio in seguito a questo sviluppo degli organi sensoriali, i cuccioli incominciano a percepire moltissimi stimoli e, allo stesso tempo, ad avere un certo grado di indipendenza dalla madre.
Gli studi di Scott et al. evidenziarono che dai giorni 13 a 20 i cuccioli aprono gli occhi, diventano più coordinati ed iniziano a sobbalzare ai suoni, intorno ai 20 giorni si ha l’eruzione dei denti e il cambiamento delle capacità motorie e, all’inizio della quarta settimana, inizia il comportamento di scodinzolamento . Tutti questi comportamenti sono soggetti ad una certa variabilità tra razze.
Intorno al 15° giorni i cani si attaccano alla madre e, se ne vengono allontanati, manifestano grandi disagi. Inoltre i fratellini iniziano a giocare tra di loro e ad interagire in modo sempre più complesso.
E’ fondamentale non separare la cucciolata in questo periodo, ne possono derivare gravi conseguenze sul comportamento.


4) Periodo di socializzazione: dalla quarta alla decima/dodicesima settimana di vita.




E’ in questa fase che si stabilizzano i rapporti sociali all’interno della cucciolata, che i cuccioli familiarizzano con altri cani, con l’ambiente circostante e con gli esseri umani.




·         La madre e la cucciolata


Dalla quarta settimana di vita il ruolo della madre e dei fratelli diventa determinate!
La madre, infatti, insegnerà ai piccoli a controllare il morso e la stretta mandibolare (“inibizione del morso”) e quindi a giocare senza stringere eccessivamente.
In pratica, già dalla terza settimana, i fratellini iniziano a giocare tra di loro, ma ancora non sanno quanto i loro dentini aguzzi possano essere affilati e quanto forte sia la loro mandibola. Ecco che allora un piccolo morde il fratello facendolo piangere. Talvolta i versi del fratello sono sufficienti per interrompere il comportamento, ma molto più spesso i versi acuti stimolano ancora di più la presa. A questo punto la madre interviene. Essa si avvicina e punisce il cucciolo aggressore mettendolo a pancia all’aria e stringendo lievemente il suo musetto. Dopo due o tre volte il giovane cane imparerà che è conveniente evitare di stringe troppo e provocare dolore al suo compagno di giochi, che deve quindi calibrare e controllare il morso, altrimenti la madre arriverà e lo punirà.
E’ quindi la madre ad insegnare ai cani l’inibizione del morso. Quando ciò non accade, magari perché separati troppo presto dalla cagna o perché questa non si occupa correttamente dei figli (vedi primipara), i cani potranno poi giocare con i proprietari o con i propri simili senza rendersi conto di stringere troppo e provocare dolore: in un cane adulto di grossa mole, questo può divenire un comportamento molto pericoloso e difficile da gestire.
La madre, inoltre, insegna ai piccoli cosa significhi il ringhio e la “gerarchizzazione alimentare (rispettare l’ordine gerarchico per accedere al cibo). Immaginiamo che un cucciolo si avvicini alla madre quando lei sta mangiando. Visto che ora è grande, non può certo permettersi di rubarle il cibo dalla ciotola: è una questione di regole e di gerarchia, i superiori vanno rispettati e saranno loro i primi a cibarsi, mentre i sottomessi devono attendere lontano il loro turno. La cagna allora emetterà un ringhio, ma il piccolo ancora non sa cosa significhi questo segnale vocale e continuerà ad avvicinarsi, imperterrito….ma verrà punito da lei con i corretti segnali.
Un altro aspetto fondamentale è che la calma ed il controllo vengono sempre appresi grazie agli atteggiamenti materni: mano a mano che crescono i cuccioli divengono sempre più intraprendenti ed esigenti e, talvolta, fin troppo insistenti con lei, che appoggiando la zampa sulla loro schiena ed emettendo un basso ringhio, li porta a fermarsi e controllarsi. Se questo non accade potrebbero diventare adulti iperattivi, difficili da gestire e da controllare da parte dei futuri proprietari.
Il gioco con i fratelli è ormai un’attività intensa. Anche se non sembra, è proprio giocando che imparano tutti quei comportamenti ed atteggiamenti che saranno poi indispensabili da adulti: la monta, la caccia, l’agguato, l’uso della coda, della bocca, etc. Il gioco, si dice, “è palestra di vita” e se manca (cuccioli orfani e/o isolati dai cospecifici) le conseguenze sono, purtroppo, evidenti. Cuccioli svezzati precocemente e allontanati dai fratelli prima della fine di questo periodo, da adulti possono avere problemi di socializzazione con i loro cospecifici. Saranno soggetti troppo orientati verso le persone, con difficoltà a giocare con altri cani.
L’interesse verso il mondo esterno aumenta progressivamente: prima è rivolto verso gli altri cani, poi verso le persone e successivamente verso i nuovi oggetti e ambienti.


Le scoperte di Scott et al. , di cui abbiamo già parlato, portarono a definire i periodi di sviluppo del cane:




1.   Dalle 3 alle 8 settimane: i cani imparano meglio ad interagire con altri cani (socializzazione primaria intraspecifica)


2.      Dalle 5-8 fino alle 12 settimane: i cani imparano meglio ad interagire con le persone e le altre specie animali (socializzazione secondaria interspecifica)
3.      Dalle 5-12 fino alle 16: i cani esplorano i nuovi ambienti in modo formidabile


Gli altri cani dovrebbero essere conosciuti fin dalle 3/5 settimane di vita. Essi sono indispensabili per permettere ai giovani soggetti di confrontarsi con molti elementi sociali ed imparare quindi a interagire nel modo giusto con i propri simili, di ogni razza e dimensione essi siano. Per un bassotto può essere complesso comprendere i messaggi inviati da un San Bernardo, anche solo per la diversa tonalità dell’abbaio o del ringhio, oppure comunicare con cani a cui sono state amputate la coda e le orecchie (considerando che queste parti del corpo sono essenziali per decifrare i messaggi dell’altro).


E’ quindi importante mettere il cucciolo a contatto con più cani possibili. Se non è vaccinato è possibile farlo comunque con quelli che sono regolarmente vaccinati in un ambiente controllato e privo di rischi.
Affinché il cane diventi un buon animale da compagnia deve assolutamente imparare ora ad interagire con gli esseri umani e con gli altri animali che vivranno con lui. Tre mesi può essere fissato come limite massimo per la socializzazione spontanea del cane con un’altra specie.
Questo attaccamento o socializzazione interspecifica non ha le stesse caratteristiche dell’identificazione di specie: la socializzazione interspecifica (con specie diverse) richiede molta più fatica di quella intraspecifica, sono indispensabili rinforzi perché permanga e non è generalizzata a tutti gli individui della specie ma è limitato alle caratteristiche individuali (uomo, donna, bambino, bianco, nero, con barba etc)
Se, ad esempio, il giovane cane in questo periodo non vede bambini potrebbe poi non comprendere che rientrano sempre nell’insieme “esseri umani”.
Diciamo che, per formarsi un’immagine corretta dell’insieme “esseri umani”, dovrà vedere ed interagire con moltissime persone diverse, di tutte le età, con cappello, bastone, alte e basse, uomini e donne, etc 
Da tutto ciò deriva l’importanza di far vivere al piccolo tante e diverse esperienze, sempre rispettando i suoi tempi e le sue reazioni (se fosse eccessivamente spaventato o stressato è meglio interrompere e chiedere consiglio ad un esperto).
L’ultimo aspetto è quello dell’abitudine a luoghi, odori e rumori differenti. E’ infatti proprio nella fase di socializzazione che i piccoli si adattano a tanti ambienti ed imparano a non temere quelli che scoprono. I cani cresciuti in un ambiente stimolante, risultano più curiosi e più abili nell’affrontare compiti difficili.
Un cucciolo cresciuto in campagna fino ai 3 mesi di vita, avrà grandi, se non immense, difficoltà ad adattarsi alla vita in città e potrebbe mostrarsi fobico dei rumori, delle macchine, dell’asfalto a tal punto da non voler neanche uscire di casa. Questo accade proprio perché non si è considerata la socializzazione ambientale: chi li ha allevati fino ai tre mesi avrebbe dovuto portarli a scoprire luoghi diversi da quelli in cui sono nati, farli annusare odori ed udire tanti rumori (anche cd pre-registrati). L’ideale sarebbe portarli in città ed in campagna almeno una volta, in stazione, sulla macchina o sui mezzi pubblici, etc. Naturalmente stando sempre attenti a non esagerare al punto da creare stress. Solo così diventeranno poi cani tranquilli ed in grado di ambientarsi ovunque.
Nel programma “Bio-sensor” troviamo: “E’ opportuno che l’allevatore metta a disposizione dei cuccioli oggetti di varia natura: giochi di diverse forme, colori e materiali, scatole di varie dimensioni da esplorare e in cui nascondersi, oggetti rumorosi con cui giocare ecc. Più cose il cucciolo potrà esplorare, più il suo cervello potrà immagazzinare informazioni e aumentare il suo bagaglio di conoscenze. Ogni esperienza nuova, fornirà al cucciolo una possibilità in più per capire il mondo ed interagire correttamente con esso”

.


Da quanto descritto si evince la necessità di portare la massima attenzione durante queste prime fasi di vita. 


Dott.ssa Eleonora Mentaschi
Master in Medicina Comportamentale degli Animali d’Affezione
Direttore Scuola Cinofila Viridea di Rho (MI)
Segretario Regione Lombardia APNEC
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