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LA STERILIZZAZIONE
Sarà compito del medico veterinario, valutando caso per caso, consigliare il proprietario del cane riguardo i vantaggi, gli svantaggi, e il miglior momento per una sterilizzazione della cagna. Circola tuttora l’erronea convinzione che sia assolutamente necessario far partorire il proprio cane almeno una volta prima di sterilizzarlo. Benché questo possa essere valido per la volontà di far vivere al cane l’esperienza di un parto e la crescita dei cuccioli o può avere ragioni di allevamento amatoriale, tuttavia ciò non ha fondamento scientifico per quanto riguarda la salute del nostro cane. E’ vero invece, che tanto più precocemente si sterilizza la propria cagna, tanto minore sarà il rischio di insorgenza di tumori mammari in età adulta, malattia purtroppo tristemente conosciuta tra i proprietari di cani. Esistono dati scientifici chiari e il medico veterinario dovrà consigliare il proprietario in modo esaustivo e comprensibile riguardo tutti gli aspetti, compresi quelli comportamentali e psicologici relativi ad un intervento di sterilizzazione. E’ estremamente importante offrire al proprietario del cane gli elementi necessari per una scelta informata e consapevole.
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richiesta di sterilizzazione o castrazione viene generalmente avanzata dal proprietario del cane per ragioni di miglior convivenza o per la prevenzione di possibili malattie tra cui ricordiamo il tumore mammario. Negli Stati
Uniti la ragione più frequentemente citata per una sterilizzazione è la prevenzione di gravidanze non desiderate;
nell’ambito della gestione del randagismo, la sterilizzazione del cane, viene promossa anche in Italia con grande enfasi.
Bisogna asportare sia ovaie che utero?
L’indicazione nata dalla scuola inglese e americana di dover asportare tutto l’apparato riproduttivo – ovaie ed
utero compreso- per rimuovere così ogni problema futuro, purtroppo ancora persiste ciononostante le possibili problematiche conseguenti e la mancanza di una vera necessità di procedere a questa asportazione totale. Secondo gli ultimi studi scientifici condotti da ricercatori olandesi e tedeschi invece, l’ovariectomia (asportazione chirurgica delle sole ovaie) viene ritenuto l’intervento di prima scelta nel caso di sterilizzazione della cagna sana ed in assenza di patologie uterine o di altre indicazioni specifiche. Pertanto non risulta necessario rimuovere anche l’utero oltre alle ovaie. Un intervento di ovariectomia risulta inoltre meno invasivo, più sicuro (minor rischio di emorragie), più breve e con minori possibili conseguenze (granuloma o infezione del peduncolo uterino residuo) dal punto di vista medico. In ogni caso la sterilizzazione risulta completa ed irreversibile anche asportando le sole ovaie.
L’ovarioisterectomia invece trova la sua necessaria indicazione nel caso della terapia di malattie congenite dell’utero, nel caso di piometra, nella iperplasia cistica dell’endometrio, in caso di tumori, prolasso o rottura dell’utero. Per quanto riguarda il timore dell’istaurarsi di patologie uterine a lungo termine, in caso di rimozione delle sole ovaie, bisogna specificare che la comune endometrite e la piometra vengono indotte da ormoni, i quali non saranno più prodotti nelle cagne senza ovaie. Il rischio di neoplasie nel tessuto uterino non asportato si aggira, secondo pubblicazioni scientifiche, intorno al 0,03% e può essere così tralasciato quale rischio serio. Inoltre il 90% delle neoplasie risulta benigno e non rappresenta un problema per l’animale. Studi a lungo termine riguardo la salute dell’apparato uro-genitale non hanno dimostrato alcuna differenza significativa tra cagne con o senza utero dopo la sterilizzazione.
Le possibili complicazioni dopo sterilizzazione con ovarioisterectomia risultano decisamente maggiori rispetto all’intervento di ovariectomia. Sono sicuramente da menzionare i casi di problemi ginecologici, come i granulomi del moncone uterino o aderenze del moncone con la vescica o con gli ureteri. Problemi che si evidenziano purtroppo spesso molti anni dopo la sterilizzazione e non vengono ricollegati con l’intervento eseguito anni prima.
Per quanto riguarda il rischio di incontinenza urinaria dopo l’intervento di sterilizzazione, chiaro è che non c’e differenza significativa tra ovariectomia (asportazione delle sole ovaie) e ovarioisterectomia (asportazione di ovaie e utero). Pertanto si può ragionevolmente optare per l’ovariectomia, quale intervento standard per la sterilizzazione della cagna sana. Dato molto importante a favore della sterilizzazione del cane femmina, è il rischio relativo all’insorgenza di tumori mammari che viene decisamente ridotto in seguito a ovariectomia. Il rischio di tumore mammario si riduce addirittura ad un 0,5% se la sterilizzazione viene effettuata PRIMA del primo calore e all’8% se la sterilizzazione viene effettuata prima del secondo calore. Nel caso della sterilizzazione di cagne oltre 2,5 anni di età invece, non viene più riscontrato alcune beneficio per la riduzione del rischio della formazione dei tumori mammari.
Altra preoccupazioni diffusa è il timore che il cane dopo la sterilizzazione tenderà ad ingrassare. Diversi articoli
scientifici parlano di un rischio di aumento di peso tra 20 e 60 % delle cagne sterilizzate. Tuttavia non sono stati riscontrati particolari problemi di aumento di peso in cagne sterilizzate che abbiano seguito una dieta bilanciata e fatto regolare attività fisica.
Altro dubbio lecito e spesso avanzato da parte del proprietario è il timore del cambiamento di carattere del proprio cane. Nella letteratura scientifica viene descritta una riduzione dell’attività delle cagne dopo la sterilizzazione. Questo avviene tra il 5-30 % dei casi ed è segnalato anche un aumento dell’aggressività nei confronti di estranei. Degni di nota sono i cambiamenti nella qualità del pelo descritte nelle razze Setter e Cocker Spaniel. Un altro punto da conoscere è l’influenza dell’intervento sulla funzione urinaria delle cagne dopo la sterilizzazione, la quale si esprime in certi casi come incontinenza urinaria. Se questo effetto collaterale si evidenzia o meno dipende comunque anche da altri fattori come la razza, il peso corporeo, la posizione della vescica all’interno dell’addome, nonché da fattori ormonali. La sterilizzazione della cagna comporta un rischio di comparsa di incontinenza urinaria compreso tra il 5% e il 20% durante il corso della vita del cane. Ciò significa che l’incontinenza può manifestarsi anche a distanza di anni dall’intervento, o, come succede nella maggior parte dei casi, non manifestarsi affatto.
Nell’ambito della valutazione del rischio di comparsa di incontinenza urinaria a seguito di intervento di sterilizzazione, sembra essere utile la valutazione ecografica della posizione della vescia prima dell’intervento, in quanto fino a 86% delle cagne con vescica pelvica (posizionata troppo “indietro”), sviluppa poi incontinenza urinaria. Un esame radiografico ed ecografico preventivo permettono una valutazione adeguata della posizione della vescica. In casi a rischio, si consiglia di eseguire contemporaneamente all’intervento di sterilizzazione, anche l’intervento preventivo di colposospensione.
Dr. Klaus G. Friedrich
Medico Veterinario
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