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L’INSERIMENTO DEL SECONDO CANE IN FAMIGLIA

Nell'attesa di accogliere in casa il nostro secondo Alaskan Malamute mi sono imbattuto in questo interessante articolo. Buona lettura!!

Per facilitare concretamente l’inserimento del secondo cane, cucciolo o adulto che sia, è opportuno avere ben presenti pochi ma determinanti concetti . In primis, l’incontro tra il “branco- famiglia” ed il nuovo cane deve essere gestito come un evento intimo.
Niente amici e parenti: per loro ci sarà tempo poi. E’ consigliabile inoltre che l’incontro tra i due cani avvenga in uno spazio neutro; sarà buona norma, dopo aver “prelevato” il cucciolo ed esserci lasciati “contaminare” dal suo odore, farci annusare dall’altro cane in modo che possa stabilire un primo importante contatto olfattivo. Durante questi momenti, resteremo sempre in silenzio, cercando di contenere le legittime emozioni per non trasferirle ai cani e creare inutile eccitazione. Dopo aver salutato il primo cane, andremo a prendere il cucciolo; lo metteremo a terra e concederemo all’altro cane di ispezionarlo e di mostrargli la sua dominanza; naturalmente vigileremo su questo rituale controllando che tutto si svolga in situazione di sicurezza.
Facilmente, dopo pochi minuti di minuziosa ispezione, il cane adulto si allontanerà e si dedicherà ad altro. Normalmente, quando i cani sono ben socializzati, i soggetti adulti riconoscono i cuccioli ed hanno nei loro confronti un atteggiamento estremamente tollerante. Basti pensare che, nei branchi, quando i giochi fra cani giovani diventano troppo irruenti, c’è sempre un adulto regolatore che interviene per riportare la calma nel gruppo. Una volta formalmente inserito il secondo cane nel nostro branco, sarà nostra premura “celebrare” dinnanzi ad esso la posizione di rango superiore del cane anziano durante tutte le occasioni che determinano quotidianamente la scala gerarchica. Al momento dei pasti, per esempio, il cucciolo riceverà la sua ciotola solo dopo che quella del cane anziano sarà stata messa a terra e dopo che l’altro cane avrà cominciato a mangiare; tornando a casa dal lavoro, le prime carezze saranno destinate al primo cane e, solo in seguito, la nostra attenzione si rivolgerà anche al secondo. Tutto questo per far sì che il cucciolo venga inserito nel suo nuovo branco percependo un ambiente sociale caratterizzato da armoniosa dominanza.

SimoneG&GDeBeauvoire

Ciò premesso, sarà altrettanto importante impedire al cane giovane di trascorrere tutto il suo tempo assieme all’altro cane. Quando i cuccioli vengono adottati dai nuovi proprietari, si interrompe la loro “relazione primaria” con la madre; se avremo adottato il nostro cane rispettando i tempi giusti, (ovvero tra il 55° e il 60° giorno di età) la cessazione del rilascio del feromone di appagamento, che avviene proprio in quei giorni, avrà reso meno traumatica la separazione tra la madre ed il cucciolo. Di conseguenza sarà molto importante facilitare la relazione secondaria che il cane è pronto a sviluppare, orientandola verso di noi e non verso l’altro cane. Sarà nostra premura quindi favorire momenti di gioco e di coccole esclusivi, tra noi ed il nuovo cucciolo, di modo che si rafforzi fortemente il legame con il suo proprietario. Il cucciolo dovrà pensare che tutte le “cose più belle” sono proposte dal suo nuovo capo-branco bipede; ciò non significa che i nostri cani dovranno vivere separati ma semplicemente significa che i proprietari dovranno riservarsi la paternità di tutte quelle iniziative (gioco, cibo, coccole) che li renderanno estremamente significativi ed interessanti agli occhi del nuovo arrivato. In occasione dell’inserimento di un secondo cane, specie se cucciolo, cercheremo inoltre di sfruttare al massimo, a nostro vantaggio, il processo di apprendimento sociale studiato da Bandura.
 Questo sistema di apprendimento avviene per imitazione ed in quanto emulativo si definisce anche vicariante. Pertanto, se il nostro “primo” cane ci considera un buon capo branco, facilmente anche il cucciolo, osservando il cane adulto , si porrà sulla sua stessa “lunghezza d’onda” e si “setterà” rispetto alla percezione sociale ed alla gerarchia vigente nel suo branco. Più semplicemente potrà anche accadere che il nostro secondo cane, per imitazione o allelomimesi del primo, impari, per esempio, a sporcare dove sporca l’altro cane o ad eseguire un esercizio al campo di addestramento perché lo ha visto fare al suo compagno.
Quando avremo deciso che un solo cane non ci basta più, dovremo inoltre porci un altro importante quesito: di che sesso sarà il nuovo arrivato? E’ decisamente più facile, gestire cani di sesso opposto. Nel caso invece optassimo per animali dello stesso sesso, tra più femmine o più maschi, normalmente quest’ultima opzione è quella più difficile. Infatti i nostri cani, specie se maschi, potrebbero in particolari occasioni decidere di sfidarsi per contendersi il posto più alto della loro scala sociale cospecifica, posto che, come già detto, il ruolo di capo branco dovrà essere sempre ben saldo nella nostre mani.
Se per ipotesi, il “secondo” cane ormai non più cucciolo, insidierà quello più anziano relativamente alla sua cuccia o alla sua ciotola, sarà preferibile che la “querelle” venga risolta tra i due solo se il proprietario non è presente oppure, anche se presente, non percepito come tale dal branco. In caso contrario, invece, il proprietario dovrà intervenire in qualità di capo branco ed inibire le espressioni di dominanza, ristabilendo l’ordine gerarchico. Tuttavia, relativamente ad eventuali episodi di aggressività all’interno del nostro branco, riflettiamo su quanto segue: l’aggressività è per il cane un comportamento naturale, ovvero riconosciuto da quella scienza, l’ etologia, che studia il comportamento animale in natura. Il cane è un predatore notturno e le sue espressioni aggressive si riferiscono alle sequenze comportamentali che regolano la sua vita. Non è corretto quindi definire “cattivo” un cane che esprime aggressività od imputare a quell’espressione comportamentale un connotato “morale”.
In contesti in cui le posizioni gerarchiche venissero messe in discussione e l’ aggressività da dominanza dovesse essere agita, la situazione sarà normalmente poco pericolosa in quanto, tra soggetti ben socializzati, la sequenza comportamentale sarà caratterizzata da una marcata fase di segnalazione, detta appetitiva, e si placherà di norma con la sottomissione o l’allontanamento del cane contendente. Detto ciò, ritengo importante proporre una riflessione, in virtù del nostro senso civico e della buona educazione cinofila che vorremmo appartenesse a tutti i proprietari di cani. Un proprietario responsabile, che non sia necessariamente un Istruttore, un Allevatore, un Atleta di discipline Cinofilo Sportive, dovrebbe sapere che c’è una grossa differenza tra l’avere un cane solo o più di uno, indipendentemente dagli ovvi motivi economici relativi a cure e mantenimento.
Succede, a volte, che alcuni proprietari che hanno cani iperattivi, poco e/o male educati, decidano di acquistare un secondo cane pensando che la compagnia che potranno farsi ed il gioco sarà risolutivo di alcune spiacevoli situazioni: nulla di più inverosimile. Come abbiamo avuto modo di dire, facilmente il secondo cane si regolerà osservando il primo e di conseguenza... la dove c’era un solo problema, ce ne saranno due.
Padrone avvisato... cane salvato, forse, da un’ingloriosa fine in un canile!

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