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Breve storia degli alimenti commerciali per cani

Cosa mangiavano gli animali prima dell’avvento degli alimenti commerciali?

Prima dell’avvento degli alimenti commerciali, i cani mangiavano qualsiasi tipo di alimento disponibile nel loro ambiente. I cani delle fattorie mangiavano gli scarti di carne, latte, uova e il cibo che si procuravano frugando tra i rifiuti, e i cani di città dipendevano dagli scarti della cucina dei propri padroni, oltre che dagli scarti di macelleria.
La storia degli alimenti commerciali per animali domestici è relativamente recente  se rapportata  al periodo a partire dal  quale il cane è stato a fianco dell’uomo.

L’evoluzione degli alimenti per gli animali

Nel 1860 James Spratt, un elettricista americano dell’Ohio,  ideò un biscotto fatto di grano, radice di barbabietola, verdure e sangue bovino e fu così che fece la sua comparsa il primo cibo per cani.
Durante gli anni ’30  alcune  società individuarono una possibilità di business nella produzione degli alimenti per cani ed introdussero sul mercato alimenti secchi a base di farine di carne. Per tali società l’emergente mercato del pet food ha rappresentato la giusta occasione per riutilizzare e trarre profitto da sottoprodotti altrimenti inutilizzabili.
Le vendite di alimenti secchi crebbero considerevolmente dopo la II Guerra Mondiale.
Come sempre l’industria si trovò a dover conciliare la qualità dei prodotti con il loro rendimento e, negli anni ’60, i produttori di alimenti per cani, nonostante fossero coscienti del fatto che carni fresche e verdure fossero alimenti di qualità superiore, sostenevano che i cani potevano rimanere in salute pur continuando ad essere nutriti con scarti industriali, quali crusca di grano, sfridi di lavorazione e carne non destinabile al consumo umano.
Gli intermediari di prodotti agricoli avevano trovato una buona fonte di reddito, vendendo i loro sottoprodotti all’industria mangimistica di alimenti per cani, mentre i macelli traevano vantaggio dalla vendita dei loro scarti di macellazione, il cui smaltimento avrebbe soltanto rappresentato costo.
Negli anni ’70 la convenienza era il primo argomento di vendita degli alimenti preparati e confezionati per cani ed i consumatori cominciavano ad apprezzare la comodità di versare pezzi secchi di cibo in una ciotola, rispetto alla preparazione in casa del pasto del proprio cane.
Le società produttrici cominciarono a definire i loro prodotti “completi, senza bisogno di aggiunte o integrazioni”, sostenendo inoltre che gli scarti della cucina erano pericolosi perla salute dell’animale.
Dagli anni ’70 il mercato degli alimenti per cani ha continuato a crescere, ricorrendo a testimonial celebri e spot televisivi, creando crocchette di varie forme ed impiegando coloranti per renderle più gradite ai consumatori.
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Gli alimenti per animali domestici si sono spostati dai negozi specializzati per animali alla grande distribuzione, con packaging lucidi e belle fotografie.
Le strategie di marketing sono state applicate anche a questo settore dal momento in cui le vendite di alimenti per animali domestici hanno superato quelle dei cibi per bambini.
Gli spazi a scaffale destinati agli alimenti per animali domestici hanno continuato ad espandersi dal momento che nuovi marchi entravano nel mercato.
Successivamente giunsero le diete specializzate, formulate per gestire malattie specifiche; tale introduzione portava anche con sé l‘idea che la nutrizione fosse complessa e che quindi la gente dovesse affidarsi ai consigli del veterinario per nutrire il proprio cane .
Nei primi anni ’80 arrivarono sul mercato gli alimenti “premium” e “super premium” e i produttori dichiararono che erano più nutrienti, offrendo anche diete differenziate per cuccioli, adulti, cani da lavoro e senior.
Sebbene fossero pubblicizzati come “premium”, questi alimenti venivano prodotti seguendo i vecchi standard, tanti carboidrati e poche proteine.
Negli anni ’90 i consumatori, dopo aver realizzato l’importanza della nutrizione nella loro vita,  cominciarono a diventare più attenti anche alla nutrizione dei loro animali e quindi a leggere con sempre maggiore attenzione le etichette, criticando alcuni ingredienti – quali ad esempio  i conservanti chimici.
Molti produttori eliminarono i conservanti chimici, e ora impiegano le vitamine C ed E per la protezione dei grassi negli alimenti per cani.
Siamo infine giunti ad oggi, periodo in cui gli alimenti sono etichettati come naturali, grazie all’impiego di ingredienti organici o nuove proteine animali quali cervo, pesce e coniglio.Attualmente esiste una vastissima gamma di alimenti per cani e fondamentalmente la loro composizione non è cambiata molto negli ultimi 40 anni. Gli alimenti convenzionali sono prodotti sempre dalle stesse compagnie e sono ancora poveri in proteine, ricchi in carboidrati e con elevate inclusioni di cereali. Fortunatamente esiste una ristretta nicchia di aziende che producono gli alimenti avendo come primario obiettivo il rispetto delle esigenze nutrizionali del cane: occorre quindi prestare molta attenzione agli ingredienti indicati sulla confezione e farsi consigliare da persone esperte nel campo.

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