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A proposito di attivazione mentale!!!

Ecco un interessantissimo articolo sui giochi di attivazione mentale sui nostri amici a "4 zampe" estratto dal link dell'ENCI http://www.enci.it scritto e realizzato da Paolo Villani

SimoneG&GDeBeauvoire
"Di attivazione mentale ormai si sente parlare spesso e purtroppo la si vede applicata in ogni angolo in cui ci sia da mostrare qualche novità cinofila. L’improvvisazione e l’incompetenza stanno creando sempre di più confusione intorno a questa attività importantissima non solo per il cane, ma anche per chiunque volesse fare una valutazione comportamentale del cane stesso. Per poter usufruire di questo duplice aspetto occorre una conoscenza corretta sia del metodo che degli scopi. L’attivazione mentale consiste nel proporre al cane una serie di giochi da risolvere autonomamente, in modo che ragionando e con le sue uniche risorse, riesca a portare a termine il problema che gli viene presentato e non sostituisce in alcun modo la passeggiata o tutte quelle attività che vengono proposte quotidianamente al cane. Questa attività, se fatta in maniera corretta, ha come scopo principale di riattivare la curiosità e l’indipendenza del cane restituendogli quel grado di autonomia che molto spesso un conduttore inesperto tendenzialmente inibisce. Le difficoltà incontrate nel risolvere i giochi stimolano il cane ad affrontare e superare i momenti di stress causati dall’impossibilità di raggiungere immediatamente l’obbiettivo. 

La risoluzione del problema è legato ad un’auto gratificazione che ha ancora più valore poiché raggiunta autonomamente senza l’aiuto e senza l’interferenza di alcuno. Questa modalità riproduce il meccanismo naturale della caccia per procurarsi il cibo, istinto ancestrale ma ancora ben presente nei cani. Questo istinto non và represso ma semplicemente bisogna sostituirlo con un’attività che dia lo stesso grado di soddisfazione. Anche i cani, infatti, hanno bisogno di “cacciare” il loro cibo, nel senso che devono avere la possibilità di ragionare e di lavorare per ottenerlo nel rispetto delle regole del branco, ma purtroppo molto spesso non vengono sufficientemente sottoposti a situazioni stimolanti e nella vita quotidiana li aiutiamo troppo a risolvere tutti i problemi che via via gli si presentano. E’ necessario prestare attenzione a rispettare ed a sviluppare i tre aspetti naturali della mente del cane: l’intelligenza istintiva, quella adattiva e quella lavorativa. L’equilibrio di questi tre aspetti è fondamentale per avere un cane perfettamente integrato nella vita sociale dell’uomo e al tempo stesso che mantenga inalterate tutte le sue doti naturali. L’attivazione mentale può essere un utile mezzo per l’istruttore o educatore cinofilo per effettuare una prima valutazione comportamentale di un cane che non conosce. Osservando il cane mentre sta risolvendo il problema che gli viene proposto, si possono ricavare una grande quantità di informazioni come ad esempio, il grado di attaccamento al conduttore, la timorosità , la gestione del livello di stress, la paura dei rumori, la preferenza nell’uso del muso o delle zampe e molte altre, indispensabili per fare scelte di lavoro successive e per creare una base su cui costruire i vari livelli di addestramento specialistico. Applicata, ad esempio, ai cani dei canili si possono ricavare tantissime informazioni comportamentali utili per il lavoro di recupero o per la gestione dei cani stessi. La gestione dell’attivazione mentale deve essere fatta con modalità ben precise, senza incappare in errori che renderebbero inutile se non addirittura dannoso tutto il lavoro. Bisogna rispettare, infatti, alcune regole basilari, semplici ma fondamentali; se così non fosse si rischierebbe non solo di vanificare lo scopo, ma anche di creare una gran confusione sia nel cane che nel conduttore. Molto importante è l’atteggiamento del conduttore che deve essere presente ma senza interagire in alcun modo col cane. Non di minore importanza è l’ambiente in cui viene svolta l’attività, tranquillo, non troppo grande e libero da distrazioni. Al cane deve essere lasciato il tempo sufficiente per la risoluzione del problema (di solito 20 minuti) è fondamentale fare un passo indietro nel caso che non riuscisse a risolvere il gioco, in modo che la sessione di lavoro finisca sempre in modo positivo. Si possono proporre al cane semplici giochi autocostruiti con oggetti di uso quotidiano (barattoli, pentole, coperchi, bicchieri, ecc...), come suggerisce la fantasia e la predisposizione del cane. Ad esempio, ad un cane che predilige l’uso delle zampe si può gradualmente proporre giochi sempre più complicati in modo da affinare questa predisposizione, oppure si possono proporre problemi la cui risoluzione necessiti della bocca in modo da incentivarne l’uso. In ogni caso è importante tener presente che una volta trovata la soluzione non và riproposto lo stesso gioco al cane poiché non sarebbe più attivazione mentale ma semplice dimostrazione di un processo di apprendimento. Nel mondo accademico c’è un crescente interesse per l’attivazione mentale sui cani. Molto interessante si è rivelata la stesura di una tesi di laurea sperimentale di una studentessa alla facoltà TACREC dell’Università di Pisa intitolata “Effetti degli esercizi di attivazione mentale sul comportamento dei cani timorosi” . I risultati di questa sperimentazione si sono rivelati sorprendenti al punto che verranno discussi ad un congresso a Vienna il prossimo autunno. I riscontri ottenuti sono innumerevoli e ormai anche scientificamente provati, per questo è auspicabile che questa attività venga considerata un mezzo per la valutazione comportamentale e un punto di partenza per fare scelte di addestramento adatte all’individualità e alla predisposizione del cane, rispettandone tutte le doti naturali."
di Paolo Villani

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