Pronti con i pop corn? Preso posto in prima fila?
Okay… ora vedremo cosa si scatenerà in calce a questo articolo, visto che un altro pezzo (non mio, ma di Stefano Pelati) sul tema del collare a strozzo ha avuto millemila commenti…e millemila risse allegate.
Siccome la mia io non l’ho mai detta – se non intervenendo qua e là nei commenti di cui sopra – vorrei provare, però, a esporre il mio pensiero su una questione che stavo per definire “annosa”, ma che annosa in realtà non è: fino a pochi anni fa, infatti, al massimo ci si scannava tra fautori del collare a strangolo e amanti del collare fisso.
La pettorina non se la filava nessuno, se non forse i proprietari di microcani e – stranamente – quelli di bulldog (i primi -ed unici, per lunghissimo tempo – cani che ho visto impettorinati, non so perché) e di siberian husky (ai quali veniva immancabilmente rifilata la pettorina “perché erano cani da traino”. Ma da traino de che, in centro città? Ovviamente dei proprietari).
Oggi si litiga tra “collaristi” e “pettorinisti”, perché comunque, in cinofilia, l’importante è litigare.
Ma ne vale davvero la pena?
Ovvero: c’è davvero tutta questa differenza tra uno strumento e l’altro, tale da considerarne uno “angelico” e un altro “demoniaco”?
Prima di rispondere a queste domande io me ne pongo un’altra, che magari può apparire un po’ strana. Però io continuo a domandarmi per quale motivo ci si pongano tanti problemi sui danni che il collare così o quello cosà possono causare al cane… e non ci si interroga mai sui danni che un cane-trattore, se di taglia discretamente grande, può causare all’umano.
Finora non ho MAI sentito un cinofilo dire:  “Ma lo sapete che se il cane tira vi può slogare una spalla?”.
No, sempre e solo a parlare del collo qua, della trachea là… e la gente se ne infischia bellamente, tanto il collo e la trachea mica sono i loro.